A fine dicembre avevano ottenuto l'erogazione gratuita della Multiterapia Di Bella con una sentenza del Tribunale, come avevamo riferito. Ma l'Asl non ha gradito e ha presentato appello chiedendo pure la sospensione immediata dei farmaci alle due donne, madre e figlia, che avevano tratto giovamento dalla Mdb. Succede a Foggia, dove la gioia di Myriam Infede, insegnante quarantenne, di fronte all'ultimo controllo Pet che dà come sparite sedici metastasi a seguito della somministrazione della terapia ideata dal defunto fisiologo modenese Luigi Di Bella, è smorzata dalla quasi contestuale notizia giudiziaria. «L'ho presa malissimo - ci spiega la donna - non appena mio marito me lo ha comunicato ho pianto tantissimo». Con tre bambini piccoli e un mutuo, gli stipendi non bastano per pagare anche i farmaci, che in queste settimane l'Asl acquistava e recapitava gratis alla famiglia, come ordinato dal giudice che ha fatto propria una consulenza tecnica d'ufficio tutta a favore dell'efficacia eclatante della cura Di Bella nel caso specifico. Il marito della donna, Gianluca Ottaviano, aveva seguito la pratica come avvocato. Nel ricorso aveva sottolineato che con il Mdb c'era stato un contenimento della spesa pubblica, dato poi confermato dal giudice. «La chemio, che non mi aveva guarita - spiega Myriam - costa alla collettività più della cura Di Bella e da quando faccio la Mdb io non mi sono mai assentata da scuola, non ho più avuto neppure l'influenza, mentre con la chemioterapia lo Stato ha speso tanto per le supplenze, perché ero assente per mesi».

E invece? «Ora non sappiamo come si concluderà la vicenda. Cosa mi propongono? Una cura dimostratasi inutile almeno nel mio caso e nel caso di mia mamma? Mi sembra assurdo». Anche la sua mamma era stata colpita dalla stessa malattia, ritornata dopo anni proprio nello stesso periodo, e pure lei guarita con la Mdb. «Mi sono ammalata di cancro nel 2009 ed ero precaria da sei anni - prosegue Myriam - Avevo appena scoperto di essere in dolce attesa e a novembre, durante la gravidanza, ho scoperto di avere un tumore alla mammella. Per questo sono stata costretta ad anticipare il parto e a soli dieci giorni di distanza sono stata operata allo Ieo, l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano del professor Veronesi. Sono stata poi sottoposta a cicli di chemioterapia che mi hanno stremata per il vomito, per la nausea, per la caduta dei capelli. Mi sono assentata per tutto l'anno scolastico 2009-2010». Sembrava aver ottenuto la guarigione definitiva, come accade alla metà dei malati di tumore, evidentemente ha avuto la sfortuna di rientrare nell'altra metà della popolazione. «Purtroppo dopo la chemio, ad aprile 2012, ho avuto una recidiva. I medici non mi hanno dato tante speranze. A quel punto non ho più voluto tornare alla terapia tradizionale e mi sono affidata al metodo Di Bella grazie al quale oggi sono viva e felice». Eppure le esigenze di risparmio non si possono eludere e la Asl resiste alla condanna. «Ribadisco - conclude la prof - da quando ho iniziato la cura Di Bella a giugno 2012 ho continuato sempre ad andare a scuola senza mai più assentarmi se non per i controlli, dunque c'è stato pure un risparmio per lo Stato. E la mia vita è migliorata»

Di Vincenzo Brancatisano

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