Una straordinaria notizia sul metodo Di Bella e la guarigione di madre e figlia (65 e 37 anni) entrambe guarite: “Le pazienti avranno diritto al rimborso della cura dalla Asl di Foggia perché, su di loro, il metodo Di Bella «si è rivelato efficace e insostituibile, essendo fallite le prescrizioni terapeutiche offerte dalla medicina ufficiale». Ribadisce il giudice che «una terapia farmacologica è indispensabile se è efficace ed è insostituibile se, per le particolari condizioni del soggetto, gli altri farmaci del prontuario dovessero risultare incompatibili o concretamente inefficaci». Non solo. Per la prima volta è stato posto l’accento sul risparmio. La cura Di Bella «risponde al principio dell’economicità poiché i farmaci di questa terapia hanno un costo inferiore rispetto a quelli del circuito oncologico ufficiale».

Le due donne, madre e figlia, 65 e 37 anni, hanno condiviso lo stesso male a distanza di pochi mesi l’una dall’altra. Un tumore al seno dei peggiori. Sono quelli che si oppongono alle cure e si sparigliano nel corpo come biglie impazzite. A pochi anni dall’intervento, dalla radio e dalla chemioterapia, si contavano già le metastasi. Fegato, polmoni, spina dorsale, diaframma. Secondo la classificazione del manuale di oncologia medica (Masson) dell’oncologo Gianni Bonadonna, per i tumori come questi, al quarto stadio, non esiste farmaco. Solo cure palliative. Le donne, prima la figlia e poi la madre, non hanno più voluto ripetere le chemioterapie.

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«Non avevo speranza, ma ero decisa a non soffrire a vuoto – racconta la giovane, madre di tre bambini piccoli – Mi sono rivolta al figlio del professore, Giuseppe Di Bella. Ho seguito la cura in maniera scrupolosa. Devo dire che già dopo 18 mesi ho registrato i primi miglioramenti. Dopo due anni e mezzo le metastasi erano completamente scomparse, avevo solo una piccola cicatrice al fegato. Durante una visita di controllo, allo Ieo di Milano, l’oncologa stentava a credere ai miei esami e a un certo punto ha alzato la voce dicendo «che questo non è il modo di curare i tumori e che il cancro prima o poi tornerà». Io sono scoppiata a piangere. Ma posso dire di essermi consolata poi, rileggendo i miei referti…».

Link articolo integrale di Gioia Locati su Il Giornale

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