La decisione del giudice del lavoro a Brindisi dopo il ricorso d'urgenza di una donna colpita da una grave forma di tumore al cervello, non operabile: somministrazione a carico dell'Asl.

Il giudice del lavoro dà il via libera alla somministrazione gratuita della cura Di Bella. Con un'ordinanza del 15 ottobre il Tribunale di Brindisi ha autorizzato infatti la somministrazione a carico della Asl del multi trattamento. Lo riferisce Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei diritti di Lecce. Si tratta della nota cura contro i tumori che alcuni anni fa fu autorizzata dal pretore di Maglie, Carlo Madaro, mentre il ministro della Sanità dell'epoca, Rosi Bindi, negò la possibilità che fosse messa a carico del Servizio sanitario nazionale. Una scelta che suscitò polemiche, "presa nonostante - sostiene D'Agata - gli incoraggianti risultati su molti malati terminali".

Il giudice del lavoro, ritenuto preminente il richiamo all'articolo 32 della Costituzione in materia di diritto alla salute e riconosciuta la sua efficacia immediatamente precettiva, ha ritenuto possibile consentire di porre a carico del Servizio sanitario nazionale "l'onere economico necessario a permettere la somministrazione di farmaci destinati al trattamento delle situazioni patologiche di urgenza, delle malattie ad alto rischio, delle gravi condizioni o sindromi morbose che esigono terapie di lunga durata, nonchè alle cure necessarie per assicurare la sopravvivenza nelle malattie croniche e che si dimostrino indispensabili e insostituibili".

La somministrazione dei farmaci durerà 12 mesi e sarà gratuita. Il giudice ha ritenuto fondato e ha accolto il ricorso d'urgenza di un'ammalata di una grave forma di tumore al cervello non operabile e ha riconosciuto che "anche al di là della sperimentazione del protocollo Mdb, nel caso di specie, ed in assenza di spiegazioni alternative, l'unica cura attualmente efficace sulla ricorrente comporta il ricorso ai farmaci previsti dal predetto protocollo Mdb".

"Ancora una volta - rileva D'Agata - il tema della libertà di cura ed il diritto all'assistenza da parte dello Stato in virtù del richiamato principio costituzionale torna prepotentemente ad interessare le aule di giustizia, peraltro, proprio in un momento nel quale si dibatte sull'utilità del Metodo Stamina per la cura di altre gravi patologie".

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