Roma, 8 ago. (Adnkronos Salute) - Le aziende farmaceutiche mettono il loro profitto davanti alle scoperte mediche e la famosa 'crisi dell'innovazione' in questo settore non è causata dalle difficoltà nello scoprire nuove molecole o terapie, mito alimentato da 'Big Pharma' (il ristretto club delle multinazionali che dominano il mercato), ma da un modo perverso di investire i soldi solo nel marketing. A lanciare l'allarme sulla rivista 'British Medical Journal' sono gli scienziati Donald Luce, del University of Medicine of New Jersey e Joel Lexchin della York University di Toronto. "La situazione dello sviluppo di nuove molecole - avvertono - è rimasta ferma 50 anni fa. Gli incentivi per lo sviluppo di farmaci sono sbagliati e hanno distorto i comportamenti all'interno del settore".Secondo i ricercatori i colossi del farmaceutico spendono in marketing il 25% dei ricavi, rispetto all' 1,3% investito nella scoperta di nuove molecole. "Anche se l'industria - precisano - sostiene che il costo di portare un nuovo farmaco sul mercato è di circa 1 miliardo di dollari. Se i costi dello sviluppo hanno avuto un sostanziale aumento tra il 1995 e il 2010, pari a 34.2 bilioni di dollari, i ricavi per le società - sottolineano - sono aumentati di 6 volte più velocemente. E le aziende evitano di menzionare questo straordinario ritorno economico". Gli autori inoltre chiedono alle autorità di controllo dei farmaci in tutto il mondo "di fermare l'approvazione di nuovi farmaci di scarso valore terapeutico e - suggeriscono - di dare dei premi in denaro in sostituzione della di copertura brevettuale solo per molecole veramente nuove".