Il ministero della Salute ha chiesto al Consiglio superiore di sanità di analizzare le più recenti ricerche scientifiche sulla metodologia Di Bella, per valutare se emergono indicazioni che possano far rivalutare tale metodo. Della questione si è parlato in occasione del II Convegno nazionale della Società italiana di bioterapia oncologica razionale - Metodo Di Bella (Sibor - MDB), che si è recentemente tenuta a Milano.
La Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), sostiene invece la validità dei dati (negativi) ottenuti con la sperimentazione ufficiale del 1998, e si mostra scettica sulla reale efficacia del metodo Di Bella.

 

IN CHE COSA CONSISTE

 

La multiterapia Di Bella si basa su un modulo fisso, che agisce sui denominatori comuni di tutti i tumori, e un modulo variabile, specifico per ogni singola forma di tumore. Questo trattamento, sin dal 1998, si pone in contrapposizione alle cure tradizionali con la chemioterapia e la radioterapia.

 

Colpisce le cause del tumore.
"La terapia messa a punto da mio padre", spiega il dottor Giuseppe Di Bella, presidente della Sibor-MDB, "colpisce le cause del tumore e non le cellule tumorali, come succede invece con la chemioterapia. La sua nascita è legata alla necessità di cambiare strada nella prevenzione e nella cura di queste malattie, che non sono state vinte dalla medicina tradizionale".

 

Utilizza più farmaci ma non tossici.
Il Metodo Di Bella prevede la somministrazione contemporanea di diversi farmaci che inibiscono alcuni dei più potenti fattori di crescita delle cellule tumorali (per esempio GH, IGF 1, EGF e VEGF), ridifferenziano le cellule maligne, hanno un effetto antiossidante e contro i radicali liberi, aumentano le difese naturali, favoriscono la morte delle cellule tumorali per apoptosi (morte naturale programmata), combattono la proliferazione delle cellule tumorali, hanno un effetto antimetastatico (riducono il rischio di metastasì, cioè di diffusione della malattia ad altri organi). Il tutto in assenza degli effetti tossici della chemioterapia". Secondo gli esponenti della Sibor-MDB la sperimentazione nazionale del 1998, che aveva parlato di inefficacia della metodica Di Bella, non è stata condotta secondo i dettami del professor Luigi Di Bella, ideatore della cura.

 

Lo studio deI 1998 è stato fatto male.
"Ci sono molti punti che non vanno nella sperimentazione del 1998 e che ne giustificano la revisione, come richiesto al Consiglio superiore di sanità", chiarisce il dottor Giuseppe Di Bella. "Innanzitutto i malati che hanno partecipato alla sperimentazione avevano un tumore in fase avanzata ed erano stati curati a lungo con le metodiche tradizionali (chemioterapia e radioterapia), che hanno reso inutili i trattamenti con il Metodo Di Bella. A 1.048 malati, inoltre, sono stati somministrati farmaci scaduti e a riprova di questo c’è anche un verbale dei Nas dei Carabinieri".
Alcuni preparati a base di retinoidi contenevano quantità elevate di acetone (che viene utilizzato dal farmacista per la preparazione ma che deve essere eliminato prima della somministrazione), una sostanza tossica e cancerogena. Sono stati poi somministrati solo 4 dei 7 medicinali previsti dalla metodica. Molti sperimentatori, infine, avevano espresso pubblicamente un giudizio negativo sul metodo messo a punto da mio padre".

 

Non è vero che non ci sono basi scientifiche.
La critica procede poi sotto l’aspetto scientifico. "A chi ci accusa di non avere basi scientifiche", dice Di Bella, "rispondo che esistono migliaia di studi che rìguardano le diverse sostanze impiegate nel Metodo Di Bella (23.000 solo sulla somatostatina), che ne testimoniano l’efficacia antitumorale".

 

Il giudizio finale spetta alle istituzioni.
Infine, il dottor Di Bella si scaglia contro le repliche degli oncologi tradizionali. "L’Aiom è solo una delle tante associazioni scientifiche", precisa Giuseppe Di Bella, "e non ha il diritto di giudicare il nostro operato. Il giudizio spetta invece alle autorità sanitarie istituzionali, che si devono esprimere per la revisione della sperimentazione".

 

I FARMACI UTILIZZATI

I farmaci che vengono utilizzati per questo trattamento, secondo le indicazioni della Sibor-MDB, sono i seguenti.

 

I retinoidi
Sono sostanze simili alla vitamina A (per esempio betacarotene, retinolo, acido retinico) e la vitamina E.
Nella forma utilizzata nella terapia Di Bella non sono disponibili in commercio, ma devono essere preparati dal farmacista secondo un protocollo rigoroso. In particolare, è necessario eliminare il solvente organico (per esempio alcol o acetone) dalle compresse per evitare rischi di tossicità.
La Vitamina D3
Si trova in commercio. Il dosaggio viene adattato al peso del malato, allo stadio della malattia e alla concentrazione di calcio nel sangue (la vitamina D3, infatti, aiuta a fissare il calcio nelle ossa).
La Vitamina C
Viene usata sia come prodotto preparato dal farmacista sia sotto forma di compresse di farmaci disponibili in commercio.
La somatostatina
È una proteina che viene iniettata con una siringa temporizzata per 10 ore durante la notte. Esiste una sostanza sintetica simile alla somatostatina che viene sempre somministrata con una siringa temporizzata. Il tempo in cui il farmaco è attivo (emivita) è, infatti, di pochi minuti e per essere efficace deve essere iniettato lentamente e in modo continuo. In questo modo, si evitano anche effetti indesiderati, come nausea e vomito.
Ultimamente sono stati messi a punto derivati della somatostatina a lento rilascio, che vengono iniettati una volta ogni 10 o 20 o 30 giorni con una normale iniezione, ma che sono più costosi.
La melatonina
Quella utilizzata è preparata dal farmacista in compresse. Ogni giorno si devono prendere 10 compresse da 2 milligrammi, concentrate soprattutto in serata.
La Bromocriptina
Si prende durante i pasti, 2-3 volte al giorno. Funziona per tutti i tumori, ma in particolare per quelli che risentono maggiormente della prolattina (un ormone naturale) come fattore di crescita. 
La Cabergolina
Viene utilizzata al posto della bromocriptina quando questa causa disturbi (per esempio nausea). Come la bromocriptina è efficace soprattutto nel caso di tumori che risentono dell’azione degli ormoni e della prolattina. 
La ciclofosfamide
È un farmaco che viene impiegato anche nella chemioterapia, ma in questo caso si utilizzano dosaggi 100-200 volte inferiori, che non provocano effetti secondari. Viene somministrata per bocca anziché per endovena, come succede con la chemioterapia tradizionale.
Fa parte del cosiddetto modulo variabile della terapia Di Bella: non viene cioè impiegata in tutti i casi.
L'Idrossiurea
È un altro farmaco usato anche nella chemioterapia, ma che in questo caso è impiegato a dosaggi decisamente inferiori. Gli effetti secondari sono in gran parte attenuati dall’azione delle vitamine e della melatonina. Fa parte del modulo variabile.

 

Non sono rimborsati dal Ssn
I farmaci impiegati nella terapia Di Bella non sono "passati" dal Servizio sanitario nazionale e, quindi, sono a carico del cittadino.

 

LE REPLICHE DELLA MEDICINA UFFICIALE

 

L’oncologia ufficiale rimane ferma sulle sue posizioni di critica nei confronti della terapia Di Bella. I pareri negativi non arrivano solo dai rappresentanti ufficiali dell’Aiom, ma anche da diversi oncologi "tradizionali".

 

I dati negativi sono confermati da altri studi.
"I dati della sperimentazione nazionale", dice il professor Roberto Labianca, Presidente della Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), "sono stati confermati dalla sperimentazione eseguita in Lombardia seguendo il protocollo del professor Di Bella, sempre nell 1998".
I dati ditale sperimentazione, riportati dalle agenzie Ansa e Adnkronos, parlano di 333 malati valutati in seguito a una risposta obiettiva alle cure. Tra questi si è registrato un caso di risposta parziale (0,3%), 4 casi di risposta minore (1,2%). In 111 casi (33,3%) non si è osservato nessun cambiamento. In 158 casi (50,4%) il tumore è progredito nella stessa sede e in 49 casi (14,7%) è progredito in un’altra sede. In 112 malati (23%) si è, inoltre, registrata una tossicità legata al trattamento. Si sono infatti manifestati: nausea e vomito (35%), diarrea (22%), tossicità neurologica (11 %), del fegato (9%), metabolica (6%), ematologica (65%) edi altro tipo (14%).
Si sperimenta sempre su malati in fase avanzata.
Smentite arrivano anche per quanto riguarda la scelta dei malati, che in molti casi erano stati già ampiamente trattati in precedenza con la chemioterapia e la radioterapia.
"Qualsiasi nuovo trattamento contro i tumori", spiega Labianca, "viene innanzitutto sperimentato per motivi etici su malati in fase avanzata, in cui le altre cure normalmente utilizzate non sono risultate efficaci. Se in queste persone si registra un miglioramento, si procede poi a sperimentare il nuovo trattamento in stadi meno avanzati della da malattia. Lo stesso procedimento è stato seguito per la sperimentazione del Metodo Di Bella".

 

LE CRITICHE AL METODO DI BELLA

 

La somatostatina non è sempre utile.
"La cosiddetta terapia Di Bella", dice la professoressa Albini, "utilizza per tutti i tumori una miscela di varie sostanze, tra cui la somatostatina. Ma non tutte le cellule tumorali presentano recettori per questa molecola. Questo significa cioè che non tutte sono sensibili all’azione della somatostatina.
L’oncologia moderna si sta invece indirizzando sempre più verso cure personalizzate a seconda non solo del tipo di tumore, ma anche delle sue caratteristiche biologiche, che possono cambiare da malato a malato".

 

Si avvale di studi "poco" scientifici.
Un ulteriore appunto riguarda gli studi scientifici che coinvolgono le sostanze impiegate nella multiterapia Di Bella.
"Gli studi spontanei sull’efficacia della terapia Di Bella", dice Albini, "coinvolgono un numero limitato di persone e quindi hanno un ridotto spessore scientifico. Il fatto che poi ci siano molte ricerche che hanno studiato separatamente e in modo preclinico (cioè non sui malati) le diverse sostanze utilizzate nella terapia Di Bella non significa che questa funzioni davvero nei malati".
"I ricercatori sanno bene che sono moltissime le sostanze che possono sembrare interessanti e che potenzialmente possono avere un’azione antitumorale, ma che poi alla lunga solo poche risultano davvero efficaci nel trattamento dei tumori. Anche il tè verde, per esempio, secondo i primi studi, potrebbe avere un’attività antitumorale, ma questo non ci autorizza a proporlo come trattamento per il cancro quando abbiamo a disposizione cure efficaci e sperimentate".

 

IN PRATICA - Per saperne di più
Per avere informazioni sui tumori è possibile consultare il sito della Lega italiana per la lotta contro i tumori www.legatumori.it, o il sito dell’Associazione italiana ricerca sul cancro (www.airc.it). 
Per avere informazioni sul Metodo Di Bella, è possibile consultare il sito www.metododibella.org.

 

DIZIONARIO
Fattore di crescita: sostanza che facilita la crescita delle cellule tumorali favorendo il tumore.
Oncologia: branca della medicina che si occupa dei tumori.
Radicali liberi: sostanze dannose che si formano nell’organismo. 
Recettore: struttura della cellula che riconosce specifiche sostanze premettendo loro di interagire con la cellula stessa.