Milano, 17 nov. (AdnkronoslAdnkronos Salute) - «Che il professor Scanni dimostri in un pubblico dibattito che non esiste il verbale dei Nas», a riprova degli errori commessi nella sperimentazione condotta nel 1997 sulla cura anticancro Di Bella. Questa la replica di Giuseppe Di Bella, figlio del fisiologo modenese inventore dell’omonimo cocktail antitumorale, all’oncologo Alberto Scanni dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, membro della Commissione oncologica nazionale allora incaricata dei test sulla terapia e a capo della sperimentazione parallela condotta in Lombardia. Ieri lo specialista, contattato dopo un incontro di Di Bella con i giornalisti, aveva assicurato che nei test eseguiti a livello nazionale e regionale «tutto era in regola e tutto fu fatto secondo le indicazioni di Luigi Di Bella».
E oggi la risposta di Giuseppe Di Bella. In una nota il medico invita Scanni a dimostrare «che non esiste un verbale dei Nas che certifica che furono erogati farmaci scaduti a 1.048 ammalati e che fu somministrato a tutti acetone fino a 850 milligrammi per litro». Scanni «dimostri che l’acetone non è tossico e cancerogeno» o «che non furono usati solo quattro dei sette farmaci previsti».
Di Bella ricorda che la sperimentazione fu definita non etica in «articoli di prestigiose riviste come il 'British Medical Journal'», che «in un elevato numero di ammalati» la somatostatina non fu somministrata con le siringhe corrette e che la cura fu sperimentata «in assoluta maggioranza in pazienti chemio-radiotrattati, non più responsivi e in condizioni critiche».