Milano, 16 nov. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - «Nella sperimentazione della terapia anticancro Di Bella condotta nel 1997 tutto era in regola. E tutto fu fatto secondo le indicazioni del professor Luigi Di Bella». Così il professor Alberto Scanni dell’Associazione italiana oncologi medici (Aiom) - primario all’ospedale Fatebenefratelli di Milano e all’epoca membro della Commissione oncologica nazionale incaricata dei test sul cocktail e a capo della sperimentazione parallela condotta in Lombardia - risponde alle parole riferite oggi alla stampa da Giuseppe Di Bella, figlio del fisiologo modenese inventore della multiterapia antitumorale.
Le critiche ai test del '97, nei quali come ha riferito Di Bella «a 1.048 malati furono somministrati farmaci scaduti e acetone cancerogeno», ormai «è un tormentone», ha spiegato Scanni all'Adnkronos Salute.
«È stato svolto tutto nel modo più corretto - ha ripetuto — e lo dimostra il fatto che i risultati lombardi della sperimentazione sono del tutto sovrapponibili a quelli nazionali».
Al 1 giugno 1998, i test lombardi evidenziarono che su 333 pazienti valutabili per una risposta clinica obiettiva vi furono un caso di risposta parziale alla terapia (0,3%) e quattro casi di risposte minori (1,2%). In 111 casi (33,3%) non si verificò alcun cambiamento, in 168 (50,4%) il tumore progredì nella stessa sede e in 49 (14,7%) progredì in un’altra.
In 246 malati si osservarono effetti tossici di vario tipo: nausea e vomito (35%), diarrea (22%), tossicità epatica (9%), tossicità neurologica (11%), tossicità metabolica (6%) e tossicità ematologica (3%). In 25 pazienti si dovette sospendere la cura.