13.01.2016
Ricerche di grande interesse scientifico, condotte perfettamente con recenti tecniche di biologia molecolare e con grandi mezzi da staff di ricercatori, ma sterili di risultati.
(di Giuseppe Di Bella)
In questi giorni l’informazione ha dato grande rilievo alla ricerca dei Prof. Iavarone e Lasorella, della Columbia University , pubblicata su Nature http://www. ncbi. nlm. nih. gov/pubmed/26735018,  che hanno individuato nel glioblastoma la riattivazione anomala della  proteina (ID2) che blocca un oncosoppressore (VHL) il quale contrasta la crescita tumorale inattivando HIF- 1α e VEGF, molecole che promuovono la formazione di vasi sanguigni (angiogenesi tumorale) e pertanto l’apporto di sostanze nutritive al tumore. La ID2 era nota come inibitrice del differenziamento delle cellule staminali nella vita embrionale ( è un processo di maturazione di una cellula da una forma primitiva o indifferenziata a una differenziata, con inibizione della sua proliferazione e acquisizione di una forma, funzioni precise e costanti, per la creazione e il mantenimento degli equilibri fisiologici e biologici su cui poggia la vita). Coincidendo il differenziamento col blocco della proliferazione, durante lo sviluppo embrionale esso è bloccato per uno sviluppo regolare dell’embrione. Al di fuori dello sviluppo embrionale,  esaurita la sua funzione, ID2 è disattivata. I ricercatori  hanno accertato che nel glioblastoma, l’ipossia (carenza di ossigenazione del tessuto), riaccende la ID2 con crescita neoplastica da neoproduzione di vasi sanguigni (angiogenesi). I passaggi essenziali della ricerca di Iavarone- Lasorella sono :
  • Causa della patologica riattivazione di ID2 è l’ipossia (insufficiente apporto di ossigeno ).
  • La ID2 riaccesa blocca il differenziamento delle cellule cerebrali staminali del glioblastoma, che sviluppano, come tutte le cellule indifferenziate, elevatissima resistenza, velocità di proliferazione, e capacità di superare rapidamente ogni contromisura terapeutica per la grande capacità mutagena (la mutazione è il meccanismo dell’evoluzione naturale che consente ad organismi unicellulari come germi o cellule tumorali, di modificare il proprio DNA selezionando così il superamento di ogni evento ostile alla loro vita)
  • Inattiva l’oncosoppressore VHL rimuovendo così il blocco di HIF-1α e VEGF responsabili della produzione di nuovi vasi e conseguentemente della proliferazione tumorale. Gli AA. hanno identificato nell’inattivazione di ID2 un obiettivo terapeutico per recuperare il differenziamento e inibire l’ angiogenesi–crescita tumorale. La ricerca di un farmaco anti-ID2 comporterà un lungo e difficile iter. Le cellule tumorali in generale, ma soprattutto le staminali, mediante frequenti mutazioni selezionano la capacità di superare ogni blocco alla loro vitalità e crescita, sviluppando adeguate contromisure ad ogni terapia. Revisionando la letteratura per la pubblicazione di un caso di glioblastoma che ha positivamente risposto al MDB, abbiamo accertato quanto sia elevata e ancora sottovalutata la capacità delle staminali del glioblastoma di mutare. L’Abstract del nostro lavoro è reperibile sulla massima banca dati scientifica http://www. ncbi. nlm. nih. gov/pubmed/26071580. I ricercatori Oliveira-Ferrer Let AA hanno documentato (http://www. ncbi. nlm. nih. gov/pubmed/24257371) l’attitudine mutagena del glioblastoma, evidenziando come l’Endostatin e il Tumstatin, potenti antitumorali-antiangiogenici, dopo un breve effetto terapeutico, siano inattivati dalle staminali mediante la loro trasformzione in cellule ormonali e il rilascio di grandi quantità di Prolattina, interattiva con il GH (ormone della crescita) con cui formano l’asse proliferativo più potente per la crescita tumorale. Nel caso descritto era stata bloccata la crescita tumorale attraverso il blocco dell’angiogenesi neoplastica, dopo qualche settimana la cellula del glioblastoma è mutata producendo grandi quantità di prolattina e avviando così una crescita di una potenza e rapidità incontenibili. Possiamo già oggi, nell’attesa che si realizzi un farmaco che contrasti il ruolo della ID2, dare qualche aiuto agli ammalati di tumore? Prolungare quanto meno la loro esistenza in condizioni migliori, più accettabili? Il lavoro pubblicato sul glioblastoma, insieme a tanti altri sul MDB, e i molti casi in trattamento lo confermano. Nel 1950 il Prof Luigi Di Bella laureò in farmacia il suo allievo il Dr. Vigildo Ferrari con una tesi sull’Acido Retinoico. Da allora il Prof. Di Bella iniziò ad usarlo in varie patologie, soprattutto tumorali, solubilizzandolo insieme all’Axeroftolo (Vitamina A) in Vitamina E che lo preserva dall’ossidazione e dalla degradazione, per la notevole labilità di tutti i retinoidi, incrementandone così la biodisponibilità, l’emivita e pertanto l’efficacia terapeutica. Successivamente aggiunse alla soluzione il Beta Carotene. Dal 1969 integrò il suo metodo antitumorale con la Melatonina ( MLT), all’inizio degli anni 70 con la Vitamina D3, nel 1978 con la Somatostatina e analoghi.  Ottenne dei risultati positivi nella cura dei tumori e delle leucemie che pubblicò agli atti di vari congressi internazionali.
Perchè trattando le ricerche dei Prof. Iavarone e Della Sorella faccio riferimento a queste molecole? Perché, da allora, il loro ruolo differenziante e pertanto citostatico, antiproliferativo, antiangiogenico, antineoplastico è stato sempre più ampiamente e chiaramente documentato, (ma ignorato e non valorizzato nei protocolli oncologici)! Non esiste oggi una molecola con capacità differenzianti più potente dell’acido Retinoico. E’ confermato a livello biochimico, e molecolare, che le proprietà antitumorali dei retinoidi in generale dell’acido retinoico in particolare, sono fattorialmente potenziate dall’impiego sinergico multiterapico MDB con Melatonina (MLT), e vitamine D3 e C. Sono stati individuati a livello nucleare i rispettivi recettori, (RAR, alfa, beta, gamma RXR, dei retinoidi, VDR, della vitamina D3, RZR, ROR della Melatonina). E’ documentata l’amplificazione del loro segnale differenziante e antiproliferativo sulle sequenze di geni responsabili della differenziazione. Questo processo avviene per dimerizzazione, reazione chimica di fosforilazione tra le rispettive proteine recettoriali nucleari, con attivazione potenziata, dell’effetto differenziante e citostatico. Questi dati sono verificabili accedendo al massimo portale medico-scientifico ufficiale mondiale: http://www. ncbi. nlm. nih. gov/pubmed/?term=retinoidi+in+cancer
http://www. ncbi. nlm. nih. gov/pubmed/?term=vitamin+D+in+cancer
http://www. ncbi. nlm. nih. gov/pubmed/?term=Melatonin++in+cancer. Anche il loro effetto antitumorale sinergico nel Metodo Di Bella, in assenza di tossicità è documentato,: http://www. ncbi. nlm. nih. gov/pubmed/?term=Giuseppe+Di+Bella . Le pubblicazioni per esteso, i principi attivi e le loro caratteristiche biochimiche e farmacologiche sono riportate sul portale ufficiale del Metodo Di Bella: http://www. metododibella. org/pubblicazioni-scientifiche.html. L’ultima conferma riguarda il citato caso di glioblastoma in cui i componenti differenzianti del MDB, come retinoidi, vitamina E, D3, Melatonina, sinergicamente impiegati con i componenti antiproliferativi come somatostatina, inibitrice dell’ormone della crescita (GH), e agonisti dei D2R inibitori della prolattina (PRL), hanno ottenuto una risposta obiettiva completa. La pubblicazione per esteso sul portale scientifico ufficiale del MDB http://www. metododibella.org/it/Glioblastoma-Multiforme-Grade-IV-WHO-2007-in-recidiva-una-caso-di-remissione-completa. html#.VpLPSqPSmUl . Sono così documentate la razionalità e le basi scientifiche MDB,dell’inibizione sinergica antiproliferativa mediante inibitori della PRL e GH e differenziante con Retinoidi, Vit E, D3, MLT, sui punti critici della biologia neoplastica, come il meccanismo di crescita e le capacità mutagene,potenziando al tempo stesso con MLT retinoidi, Vit E, C, D3 l’immunità e le reazioni vitali della cellula sana per consentirle di contrapporsi e prevalere su quella neoplastica. Oggi non esiste in letteratura un solo caso, dicasi uno di tumore solido (gli altri tumori sono leucemie) guarito senza intervento chirurgico. Per questo motivo, l’attuale incapacità della terapia medica oncologica di fare un’efficace prevenzione antitumorale farmacologica e di guarire un tumore solido, richiede la valorizzazione di evidenze scientifiche  e un cambio di mentalità, di concezione terapeutica, e una strategia che abbracci sia l’intera biologia neoplastica che la fisiologia umana, non settoriale sulla singola molecola (ID2) o linea di segnalazione, ma globale. L’acido retinoico solo recentemente è stato usato e ha un limitatissimo impiego in una rara forma di leucemia. Nella nostra estrema povertà di mezzi, e impossibilità di accedere ai centri direzionali accademici e terapeutici, ci limitiamo a chiedere umilmente ai grandi centri di ricerca, agli scienziati e ricercatori che li gestiscono, di considerare che anche oggi, senza attendere future, possibili, eventuali, efficaci cure antitumorali sono documentate , pubblicate e disponibili terapie utili per il cancro.
Il Prof Di Bella ha così sintetizzato questi concetti “Non esiste né esisterà alcun trattamento chemioterapico citotossico (né monoterapia) in grado di guarire un tumore solido, ma unicamente un Metodo, una multiterapia razionale e biologica, un complesso di sostanze sinergiche e fattorialmente interattive, singolarmente dotate di attività antitumorale atossica, che sequenzialmente o contemporaneamente agiscano centripetamente sulla miriade di reazioni biologiche della vita tumorale, riconducendo gradualmente alla normalità le reazioni vitali deviate dal cancro.