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La cura Di Bella contro il cancro torna ancora una volta d'attualità. Abbiamo riferito nei giorni scorsi della sentenza di merito con la quale il Tribunale di Foggia ha condannato l'Asl locale a rimborsare le spese sostenute da due pazienti - madre e figlia - perché, sulla scorta di una consulenza tecnica d'ufficio il giudice ha dovuto rilevare che i farmaci “del Metodo Di Bella si sono rivelati efficaci e insostituibili, essendo fallite le prescrizioni terapeutiche offerte dalla medicina ufficiale”. Non solo utili, scrive il giudice, ma anche meno costosi rispetto alle cure tradizionali. Le donne infatti s'erano rivolte in tempi diversi allo Ieo, l'Istituto europeo di oncologia di Milano, del professor Umberto Veronesi, uno dei cui medici ha dovuto refertare in entrambi i casi risultati positivi ottenuti a seguito della somministrazione della cura contestata. Ha patrocinato la duplice vertenza l'avvocato Gianluca Ottaviano del Foro di Foggia, marito della paziente, Myriam Infede, insegnante oggi quarantenne di Lettere, e genero dell'altra paziente, Assunta Leone, 65 anni. La coppia ha tre figli. Il legale sogna oggi una nuova valutazione ministeriale della terapia, bocciata nel 1998 dopo una veloce e contestata sperimentazione.

Avvocato Ottaviano, quando seppe della malattia di sua moglie, lei aveva già sentito parlare della Multiterapia Di Bella?
«Ho sempre seguito con estremo interesse la Mdb fin dal suo esordio».

All'improvviso, nel 2009, la vostra vita viene sconvolta. «Sconvolta.
E' il termine più appropriato. La malattia di mia moglie è stata diagnosticata mentre lei era in gravidanza, siamo sprofondati dalla gioia per la nascita di Sara alla disperazione più intensa. Abbiamo dovuto anticipare il parto e, mentre la piccola era a Foggia in terapia intensiva neonatale, mia moglie subiva allo Ieo di Milano l'asportazione dell'intero seno destro e dei linfonodi ascellari. Iniziava ormonoterapia e chemioterapia».

Come andò?
«I medici dello Ieo ci avevano detto che il tumore di mia moglie, un PT2 PN1a, G2, proliferazione al 37%, ormonoresponsivo, sarebbe stato vinto. L'hanno convinta a farsi operare e a sostenere chemioterapie ed ormonoterapie. Per la verità, consigliai a mia moglie il metodo Di Bella già nel 2009 ma seguì il percorso della madre, già operata allo Ieo nel 2006 per cancro mammario e libera da malattia, al momento della diagnosi del male di mia moglie».

Perché a un certo punto avete deciso di rivolgervi alla cura Di Bella?
«Nonostante le cure chimiche assunte, e durante l'ormonoterapia prescritta dallo Ieo, ad aprile 2012 mia moglie scoprì una recidiva. Aveva 37 anni. Una Pet evidenziava 2 lesioni al fegato, plurime lesioni alla milza, una in soma vertebrale L4, altre in sede sovracetabolare destra, alle spine iliache destra e sinistra, due masse al seno sinistro, quello sano, linfoadenopatie metastatiche nell'ilo epatico, in sede sottoascellare sinistra, in sede interaortocavale, dietro il mediastino, sotto il diaframma. Insomma, un dramma. Ritornammo allo Ieo e ci dissero che potevamo solo sperare di cronicizzare il male. Quella parola, però, mi suonò strana. Convinsi mia moglie ad optare per la Mdb. Era il 5 giugno 2012».

I farmaci dellaMdb sono facilmente reperibili?
«Certo. E la terapia può essere assunta a casa propria, senza ospedalizzazione».

Sapeva che sareste andati incontro a difficoltà?
«Lo capii nel giro di poco tempo. In ogni reparto di oncologia che interpellavamo, i medici, al solo sentire la Mdb, ci davano dei pazzi, arrivando a far leva sulla paura della morte imminente, sul fatto che avremmo lasciato i nostri bambini senza una mamma. A me dicevano che stavo tentando di uccidere mia moglie. A lei dicevano che sarebbe morta subito e che abbandonando le cure ufficiali avrebbe lasciato orfani i bambini. Mi resi subito conto che non avevamo più un medico oncologo di riferimento. E' stato difficile».

Dopo quanto tempo avete avuto riscontri positivi?
«Mia moglie si sottopose a Pet a Casa Sollievo della Sofferenza di S. Giovanni Rotondo a maggio 2012. Poi, di nuovo allo Ieo, a Pet, Tc e Rm, biopsia ossea, sempre a maggio 2012. Ci rivolgemmo al dottor Michele Tondo (prescrittore della Mdb, ndr) a Maglie, in Puglia e poi al dottor Giuseppe Di Bella, che ci consigliò subito una radioterapia stereotassica chirurgica al fegato. Qui la prima sorpresa».

Sia preciso sui risultati.
«Da 38 giorni aveva iniziato la Mdb ed al controllo del 13 luglio 2012 tutte le linfoadenopatie tumorali non erano più visibili alle Pet. A settembre 2012 i marcatori tumorali ematici erano rientrati nella norma e la Pet del 20 settembre evidenziava una regressione del 70% delle captazioni. A dicembre 2012 mia moglie era negativa alle Pet e Tc. Come ora».

Questi risultati, che nel referto dell'ospedale pugliese del luglio 2014 indicheranno una remissione della malattia, sono stati certificati dallo Ieo?
E come hanno reagito i medici dell'Istituto di Veronesi?
«Sì, a settembre 2013 ho accompagnato allo Ieo mia moglie e mia suocera, anche lei in cura con Mdb per recidiva da cancro mammario ormai metastatico, ma in remissione dopo sei mesi di terapia Di Bella. Mostrai i documenti e chiesi cosa fosse successo. La dottoressa dello Ieo non credeva ai propri occhi ma insisteva nel ripetere che non era possibile refertare tale risultato e che tra i presidi terapeutici c'era un chemioterapico, e che il male sarebbe tornato. Mia moglie uscì dall'ambulatorio. Ci vollero tre ore e mezzo per ottenere un referto».

Cosa si legge nel referto dell'ospedale di Veronesi?
«Si legge che c'è “risposta obiettiva completa al trattamento Di Bella in corso”. Nel referto si aggiunge che la risposta è superiore al 50% in ordine alla sola lesione epatica, probabilmente è un esito cicatriziale, ma al controllo 2014 è scomparsa anche questa».

E' successa la stessa cosa anche con la mamma della signora Myriam?
«Esatto. Recidiva da k mammario dopo essere stata trattata allo Ieo con chemio, radio ed ormoni ed un periodo libero da malattia di 7 anni. La recidiva metastatica a febbraio 2013 e la scelta della Mdb. Risposta obiettiva completa in sei mesi circa».

I risultati positivi potrebbero essere imputati alle pregresse terapie tradizionali.
Come si fa a escluderlo?
«Da profano, ritengo che sia quantomeno azzardato, se non irrazionale, imputare a pregresse terapie i risultati delle due pazienti. Possiamo escludere che le remissioni siano imputabili alle terapie ufficiali precedentemente assunte proprio perché in entrambi i casi si è trattato di recidive diagnosticate dopo le chemioterapie, ed in corso di ormonoterapia per mia moglie».