(07.05.2014) - Documentarsi e mettere in ogni articolo fonti di approfondimento scientifico "terze", affinchè ognuno possa farsi un'idea non basta se chi legge ha occhi imbavagliati e non ha voglia di verificare se quanto sa corrisponde al vero. Ne sappiamo qualcosa anche noi: per aver riferito della disinformazione scientifica che ha portato gli eredi del prof. Luigi Di Bella ad abbandonare lo stile della sopportazione insegnata loro dal padre e a far partire le querele, siamo stati destinatari di mail ora preoccupate, ora persino ingiuriose e lesive della libertà di stampa, in un paese dove regna sovrano il malvezzo di considerare nemici chi la pensa diversamente. Eppure che siano stati pubblicati articoli con grossolane sviste e dimenticanze - che hanno prodotto peraltro repentine smentite da parte degli stessi estensori ! - è un fatto. Articoli che adombrano dubbi su questioni già chiarite dalla magistratura e glissano sulle tre lauree mediche del professore (persino la neo-senatrice Cattaneo che ha dovuto fare marcia indietro). ItaliaOggi in un articolo del 22 aprile 2014 a firma di Domenico Cacopardo dal titolo "In Italia, se la scienza medica concordemente dimostra che un sistema di cura è inefficace e dannoso, c’è sempre un giudice che impone di credere l’opposto" inserisce frasi non supportate da verità oggettive, ampiamente note e documentate. I legali dei Di Bella hanno quindi riscontrato che definire la terapia praticata a Modena "di nessun valore scientifico… nel laboratorio del suo inventore, che non seppe mai spiegarne i fondamenti vantando tuttavia una casistica non verificata dalle autorità sanitarie” è diffamatorio. E' notorio che fu accertata l'alterazione ai protocolli di cui fu vittima lo stesso professore Di Bella. Il Procuratore di Torino Guariniello era pronto a far partire gli avvisi di garanzia, ma improvvisamente gli venne sottratta l'inchiesta. «L`animo mi dice che non sono vissuto inutilmente, perché ho fatto del bene ed ho gioito per il bene fatto». Così diceva il prof. Luigi Di Bella. Lo racconta il figlio Adolfo Di Bella nella corposa biografia che dà conto proprio di come andarono le cose durante la sperimentazione. "Ravvisiamo il reato di diffamazione a mezzo stampa nel punto in cui il giornalista fa riferimento ad un ipotetico stanziamento di € 5.000.000,00 da parte della Regione Sicilia. La Regione aveva all’esame un DDL che non prevedeva il pagamento della cura, bensì il sostegno sub specie di sussidio a famiglie indigenti la cui situazione di povertà risultasse documentalmente aggravata dai costi della cura" scrivono i legali dei Di Bella ( < nella foto a lato il figlio Adolfo Di Bella) "è inoltre diffamazione a mezzo stampa il presunto “sperpero di soldi” pubblici che invoca l’intervento della Corte dei conti" si legge tra le righe dell'ultima protesta ad Italia Oggi. La vita del professore scienziato è ancora sotto censura e sotto episodi di "disinformazione". Gli eredi del prof. Di Bella hanno protestato anche con il Direttore del Sole 24 ore Napoletano, al prof. Gilberto Corbellini e alla senatrice dott.ssa Elena Cattaneo per l'articolo pubblicato sul numero del Sole 24 ore di domenica 2 marzo 2014 a dal titolo "L'inganno di stamina" che li associa ad un caso diametralmente opposto: il Caso Stamina. "L'articolo è fonte di ingiuria e di diffamazione a mezzo stampa della persona del prof. Luigi Di Bella per dichiarazioni false, e offensive della reputazione nel punto in cui si dice che il professore era solo fisiologo e non aveva competenze oncologiche ed esperienze cliniche" scrive la lettera che specifica le tre lauree (e le conseguenti competenze mediche) in Medicina (1936), Farmacia (1938), Chimica (1938) nonchè le sue docenze universitarie, i premi, i riconoscimenti, gli studi. La lettera di protesta specificava che "...il prof. Di Bella il 31/1/98 firmò una dettagliata descrizione delle procedure di preparazione dei galenici; quindi rilasciò dettagliata descrizione autografa e firmata dello schema di otto farmaci ricorrenti della sua prassi prescrittiva (contro i 4 impiegati nella sperimentazione), completata da osservazioni e specifiche applicative". L'articolo dichiarava che il prof. Luigi Di Bella non avrebbe dato la descrizione completa delle procedure utilizzate per la preparazione dei trattamenti e degli effetti degli stessi se non al momento della sperimentazione. Nelle genericità dell'identikit medico attribuito al professore, si adombrava che non ne fosse persino all'altezza. Cattaneo e Corbellini ritrattavano qualche giorno dopo, con una precisazione pubblicata dallo stesso quotidiano. Abbiamo sentito nel merito il figlio del professore, Adolfo di Bella. "E' falso e offensivo dire che sul Metodo Di Bella non c'è letteratura scientifica. Esiste amplissima letteratura scientifica sul metodo e sui farmaci e rinvio alle pubblicazioni presenti sulla banca dati mondiale Pub Med, che costituisce la banca dati ufficiale dove sono indicate le pubblicazioni di tutti gli studi medici di particolare rilevanza" afferma < Il professore giovane ricercatore a Modena:cominciò a studiare la melatonina nel 1965 e la somatostatina all'inizio degli anni Settanta. In effetti digitando sui motore di ricerca i termini “somatostatin and cancer”, “melatonin and cancer” ecc., appare un elenco di migliaia di pubblicazioni sull’efficacia antitumorale di ogni componente del Metodo Di Bella. In Facebook vi sono inoltre testimonianze su testimonianze di malati. L'ultima è del 5 marzo 2014. Scrive Fredy Cursano: "... dopo circa 2 anni che mia madre e in cura con il metodo Di Bella per un carcinoma alla mammella anche se la mammella è stata asportata con metastasi ai polmoni possiamo dire che oggi sono sparite le metastasi piu' grosse...". SENTIRE ha dedicato molti articoli alla controversa vicenda che vi invitiamo a leggere. A dispetto dei detrattori del metodo abbiamo affrontato la questione coscienziosamente, documentandoci e mettendo in ogni articolo fonti di approfondimento perchè ognuno possa farsi un'idea.

Liberamente. (C.Perer) -

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