C'è una signora che, per curarsi dal cancro , segue il metodo Di Bella, ma ora non potrà più p roseguire nella terapia alternativa per la lotta al tumore. S econdo i giudici della corte d'appello: la cura non può essere gratuita. La paziente dovrà anche restituire all' Ausl 113.000 euro. È la vicenda - raccontata dal Resto del Carlino - d i Flora Nardelli, 49 anni . La signora ha scoperto nel 2000 di essere malata di mieloma multiplo. Prima de l 2006 si era curata con chemioterapia e trapianto di midollo osseo. Poi ha scoperto il metodo Di Bella e ha deciso di p rovarlo . La signora è stata seguita dal figlio del creatore del metodo, Giuseppe Di Bella, anch'egli m edico. Assistita da un legale, ha intrapreso una ba ttaglia contro l'Ausl e nel 2008 ha vinto in primo grado: i l giudice ha stabilito che l'Ausl doveva pagarle le cure e rimborsarle 30.000 euro. In appello la sentenza rib altata. "Per me questa è una condanna a morte - commenta la donna - Senza la cura Di Bella la malat tia ritornerà e io sarò spacciata. Non ho i soldi p er pagarla di tasca mia". La cura del professore, morto nel 2003 , divenne nota dopo che il pretore di Maglie, nel '97, ordinò all' Asl di somministrare la somatostatina a un piccolo pazi ente. Nel '98 l'allora ministro della Sanità Rosy B indi dispose un anno di sperimentazione del metodo su 38 4 pazienti. Dopo alcuni mesi il metodo risultò totalmente inefficace.

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