San Marino si è allineato all’Italia 14 anni dopo la sperimentazione, oggi nuovi studi ‘promuovono’ la sua terapia anti-cancro. La cura Di Bella: una terapia per i pazienti malati di tumore ‘affondata’ 14 anni fa in Italia da una discussa sperimentazione e tornata passo dopo passo a farsi largo fino ai recenti riconoscimenti internazionali, fra i quali la certificazione dell’Istituto europeo di oncologia diretto dal professor Umberto Veronesi, in passato molto scettico rispetto al metodo. Durante questa ‘risalita’ San Marino si è mosso nella direzione opposta: sul Titano, infatti, il metodo è stato eliminato nel 2010. Proprio mentre parte della comunità internazionale annuiva di fronte ai risultati mostrati dai camici bianchi che hanno seguito le orme del medico italiano. Stop – A far propendere l’Iss verso il ‘no’, due anni fa, è stato un parere «richiesto all’Authority sanitaria – spiega il direttore generale, Paolo Pasini – che si è basato sulla sperimentazione dell’Istituto superiore della sanità italiano del 1998. Nel quale, in sintesi, veniva stabilito che la cura non dà prova di efficacia». Ricevuta la pronuncia dell’Authoriy, prosegue Pasini, «abbiamo mandato una comunicazione a tutti i reparti dicendo che il trattamento, in quanto protocollo specifico, non poteva essere somministrato per le ragioni contenute nei risultati della sperimentazione ». Da quel momento, quindi, la terapia non è stata più rimborsata dalle casse statali. La sperimentazione – La decisione si è basata su uno studio molto discusso: alcuni dei farmaci utilizzati, tanto per citare uno degli elementi che avevano creato le non poche perplessità, erano scaduti. La faccenda era finita sui banchi dei tribunali, ma al di là delle responsabilità la sperimentazione era stata comunque considerata valida dal ministero della Sanità italiano, che aveva messo da parte la terapia costringendo i pazienti che volevano sottoporsi alla cura a vere e proprie acrobazie. Fra medici, avvocati e tribunali. Rispondendo alla richiesta dei vertici dell’Iss, l’Authority, diventata operativa nel 2006 (prima quindi non avrebbe potuto pronunciarsi), ha tenuto conto esclusivamente dello studio ritenendolo il più attendibile: «Al momento della nostra pronuncia – garantisce il numero uno, Andrea Gualtieri – la sperimentazione del 1998 non era né vecchia, né superata ». (…) La Tribuna