MDB: facciamo luce di Giuseppe Pappalardo
 
  “L’Italia è un paese malato di disinformazione e la disinformazione ha una capacità criminale inimmaginabile”. Chi è l’autore della, mi verrebbe da dire di questi tempi, reiterata frase? Antonio Di Pietro, Michele Santoro, Marco Travaglio…No miei cari lettori! L’artefice è il Prof. Luigi Di Bella. Già mi sembra di vedere nei vostri visi gli angoli della bocca andare verso il basso in segno di sconcerto, gli sguardi che cercano l’amico o l’amica per trovare una possibile delucidazione. Lo so, la tentazione di cambiare pagina è forte ma se continuerete la lettura non ve ne pentirete. Il prof. Luigi Di Bella era un fisiologo modenese di origini siciliane che negli anni tra il ’98 e il ’99 balzò agli onori della cronaca per aver messo a punto, in oltre trent’anni di ricerche condotte a sue spese, una terapia innovativa per la cura dei tumori. La terapia era a base di inibitori biologici della crescita tumorale (somatostatina, melatonina, retinoidi e vitamina D3), sostanze vitaminiche, biologiche e non tossiche. Il suo trattamento venne “battezzato” sotto il nome di Multi-terapia Di Bella (MDB). Come spiega egregiamente il Prof. Paolo Lissoni: “La multi-terapia Di Bella rappresenta il primo esempio storico di un approccio terapeutico di tipo immuno-endocrino-biologico nella terapia delle neoplasie umane”. “Il MDB” continua Lissoni “contiene in sé la sintesi dei tre fondamentali approcci terapeutici di tipo biologico, vale a dire l’azione immunostimolante, realizzata dall’ormone pinealico melatonina, l’azione anti-angiogenetica, realizzata dalla somatostatina e l’azione citodifferenziante sui gradi di malignità della cellula tumorale, realizzata dai retinoidi, cui si aggiunge una quarta strategia, quella della inibizione della produzione di vari fattori di crescita tumorali endogeni, espletata sia dalla melatonina che dalla somatostatina”. A conferma di ciò che sostiene Lissoni c’è l’espressione coniata dallo stesso Prof. Di Bella nel 1988, durante una conferenza a Hong Kong, a proposito del suo metodo che definisce, per primo,“Terapia biologica dei tumori”. Nelle frasi, forse enigmatiche per alcuni, sopra riportate risiede una rivoluzione copernicana nel campo della medicinaoncologica. Nell’oncologia moderna la massa tumorale viene considerata come entità a se stante e il paziente è ridotto alla stregua di semplice portatore. Tutte le indagini scientifiche sono concentrate sulla comprensione delle caratteristiche della neoplasia non tenendo minimamente in considerazione lo stato psico-endocrino-immunologico del paziente. Una cellula umana che fino a un certo momento aveva adempiuto correttamente alle sue funzioni, quando muta comincia ad essere considerata allo stesso modo di un agente patogeno, estraneo e perciò deve essere sterminata sotto l’attacco o di “proiettili”, come vengono definiti metaforicamente gli anticorpi monoclonali, o di sostanze tossiche (chemioterapia) o di radiazioni (radioterapia). Perché non ci si chiede cosa abbia portato quella cellula a mutare? Quali sono le cause che danno origine ad una proliferazione incontrollata? Medici e oncologi sembrano non porsi queste domande e perseverano nella loro idea di estirpazione e azzeramento della massa neoplastica. Diverso è il modo di “sentire” la patologia del fisiologo modenese il quale nel libro “Cancro: siamo sulla strada giusta?”, edito da Travel factory, scrive: “Quando ci si inoltrerà nell’avveniristica, ma non fiabesca, visione del tumore come prorompente e duratura forma di vita, più che come fatale dannazione, allora l’umanità avrà percorso le immense distanze che la separano ancora dalla scoperta della conoscenza e dell’essenza della vita”. Una “prorompente e duratura forma di vita” che deve essere acquietata e non annientata. Il tumore è deviazione della vita normale, per cui occorre riportare le reazioni deviate verso la norma, attraverso il potenziamento di tutti quei mezzi che la Fisiologia considera essenziali per la vita. In termini scientifici significa che tramite l’ormone somatostatina, prodotto dall’ipotalamo, si inibisce la secrezione dell’ormone della crescita GH, a livello dell’adenoipofisi, importante per la proliferazione delle cellule tumorali. R i s u l t a t o : l’accrescimento neoplastico cessa. Tramite molecole naturali come: melatonina, retinoidi, vitamine E, D3, C, componenti della matrice extracellulare si potenziano quei mezzi fisiologici che consentono la difesa dall’aggressione tumorale e il contrasto della spiccata tendenza a mutare del fenotipo neoplastico. Si combatte il tumore non creando un ambiente farmacologicamente tossico ma biologicamente ostile. Le prove dell’evidenza scientifica del metodo è supportata oltre che da una vasta letteratura scientifica su ogni componente della multiterapia, basti pensare che per la sola somatostatina esistono 2817 pubblicazioni che ne attestano la capacità antitumorale, anche dalle migliaia di persone che hanno tratto beneficio dalla cura Di Bella. La maggior parte di esse date per casi incurabili e sottoposte ad estenuanti e debilitanti cicli di chemioterapia, presentavano un netto miglioramento della qualità della vita dopo solo alcuni mesi di terapia. Posso riportare come esempio il caso di una paziente affetta da tumore alla mammella che ,dopo 14 mesi di cura, presentava una guarigione completa tuttora persistente. Davanti a tali scoperte, la “comunità scientifica” reagì con disprezzo e sdegno tacciando, in seguito ad una sperimentazione condotta ambiguamente nel 1998, il MDB come inefficace, non scientifico e tossico. Ad aiutarla nella sua campagna di delegittimazione si unirono medici, professori, giornalisti, politici, divulgatori scientifici che calunniarono il Prof. Di Bella e coprirono di parole ignominiose e ingiuriose la sua opera di ricerca. Il suo immenso lavoro condotto nel suo laboratorio a Modena, invece di essere consegnato nelle mani della Scienza fu dato a quelle dell’oblio e dell’indifferenza. Ciò non scoraggiò il Professore che, anche dopo la bocciatura del Metodo, si ritirò nel suo laboratorio continuando le sue ricerche fino alla morte avvenuta nel 2003. Secondo il filosofo tedesco Schopenhauer ogni verità passa attraverso tre tappe. All’inizio viene ridicolizzata. Poi viene contrastata violentemente. Infine viene accettata come ovvia. Per ora siamo alla seconda fase, ci vorrà del tempo ma arriveremo anche alla terza. Galileo docet.