Su richiesta di una giornalista della Tribuna di Treviso il Dr Di Bella ho inviato per e-mail la seguente nota. Come si evidenzia dalla lettura dell’articolo della Tribuna di Treviso sono state attribuite al sottoscritto frasi non scritte mentre sono stati censurati i pur brevi accenni alle evidenze scientifiche del MDB: 

“Il nostro metodo non solo non è dimenticato, ma sta ottenendo anche riconoscimenti scientifici nel mondo,come documenta il Congresso Mondiale di Oncologia di Singapore del giugno 2010 .Il sottoscritto ha presentato oltre 500 casi che col MDB hanno avuto miglioramenti ampiamente superiori alle mediane di sopravvivenza uffciali dell’oncologia “. La relazione del Dr Di Bella è stata pubblicata agli atti del congresso . 
Così Giuseppe Di Bella, medico figlio di Luigi, parla della “cura Di Bella”. Secondo il professionista sarebbero ancora migliaia i pazienti italiani ad avvalersi di questo metodo e oltre un centinaio sono i medici che le prescrivono. 
Scomparso da tempo dalle cronache italiane, il metodo “Di Bella” è tornato in auge dopo il ricorso d'urgenza al tribunale di una mamma di 38 anni trevigiana per ottenere dall'Usl 9 il pagamento per i farmaci multiterapia.(Oltre 2000 sentenze dalla fine della sperimentazione hanno condannato le ASL in base a perizie giurate, a erogare il MDB). Il fatto è rimbalzato ieri nello studio modenese di Giuseppe Di Bella che della cura studiata e utilizzata dal padre è l'erede ufficiale. “Sul metodo esistono pubblicazioni scientifiche su riviste mediche internazionali racconta Di Bella _ L'ultima risale a fine settembre. Si tratta dell'articolo apparso su “Neuroendocrinology Letters” dal titolo “The Di Bella Method” (Il metodo di bella, ndr) in cui si fa riferimento allo studio su 553 pazienti trattati con questa terapia. I dati hanno dimostrato che il metodo Di Bella ha ottenuto un evidente miglioramento nella qualità della vita e un aumento considerevole per quanto riguarda gli indici di sopravvivenza. In alcuni tumori si è documentata per la prima volta la guarigione completa e stabile senza interventi , chemio o radio , ma solo con MDB. Nella banca dati medico scientifica internazionale Med-Line: www.pubmed.gov è possibile accedere a queste 
pubblicazioni digitando Di Bella G. Ogni componente della cura è validato da migliaia di pubblicazioni ”. Secondo Di Bella il metodo non ottiene il riconoscimento ufficiale in Italia per un semplice motivo: “Va a sconfessare la sperimentazione ministeriale del 1998 , e pertanto una serie di poteri, tra loro sinergici e intimamente intrecciati. Nel nostro paese mediante la disinformazione dei centri di potere, è stato creato un clima di ostilità e censura”. 

Cura Di Bella: i giudici ci stanno dando ragione 
Il metodo è tornato in auge a Treviso dopo il ricorso di una mamma di 38 anni. Ma l'oncologo Salvagno ribatte: l'ho sperimentata, è inefficace. Rizzotti, Advar: bisogna sapersi fermare.

TREVISO. «Il nostro metodo non solo non è dimenticato, ma sta ottenendo riconoscimenti nel mondo. E oltre 2 mila sentenze hanno condannato le 
Asl a erogare la cura». Lo sostiene il figlio di Luigi Di Bella, il dottor Giuseppe, all'indomani del ricorso al giudice di una una malata trevigiana per ottenere 
dall'Usl 9 l'applicazione della terapia. 
Scomparso da tempo dalle cronache italiane, il metodo «Di Bella» è tornato in auge a Treviso dopo il ricorso d'urgenza della mamma di 38 anni. Il caso è rimbalzato ieri nello studio modenese di Giuseppe Di Bella, erede della cura studiata dal padre. 

«Sono un migliaio i pazienti e un centinaio i medici che applicano la terapia in Italia - spiega - Ci sono pubblicazioni scientifiche internazionali che la citano. 
L'ultima è di fine settembre. Si tratta dell'articolo apparso su Neuroendocrinology Letters: si fa riferimento allo studio su 553 pazienti trattati con questa terapia. I dati dimostrano che il metodo Di Bella ha ottenuto un evidente miglioramento nella qualità della vita e un aumento considerevole per quanto riguarda gli indici di sopravvivenza». 

Secondo Di Bella il metodo non ottiene il riconoscimento ufficiale in Italia perché «va a sconfessare una serie di poteri, fra cui quelli accademici e universitari». Di parere ben diverso la medicina ufficiale. Il direttore sanitario dell'Usl 9 Pier Paolo Faronato: «Il nostro sistema sanitario ha deciso che i costi della terapia Di Bella erano superiori ai benefici. Noi cerchiamo di guarire chi è possibile guarire e di prenderci cura di tutti utilizzando quello che la comunità scientifica ritiene utile utilizzare». 

Anna Mancini Rizzotti, presidente dell'Advar: «Siamo vicini al dolore della signora verso cui proviamo grande comprensione. Quando non si vedono alternative si ricorre a tutto, ma bisogna sapersi fermare. E i medici devono avere la lucidità e l'etica di dare consigli corretti al malato». 

E sulle cure palliative si è tenuto ieri un convegno a Conegliano. «La cura Di Bella? Inefficace come antitumorale e superata come cura palliativa», ha dichiarato il dottor Luigi Salvagno, direttore dell'unità operativa di oncologia dell'Usl 7. Il medico è stato nell'equipe padovana che ha sperimentato la multiterapia antitumorale: «Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che si tratta di una cura non efficace. Le cure palliative oggi sono molto più sviluppate: si possono proporre cure più specifiche per il singolo paziente». 

di Laura Canzian Salima Barzanti