Dilaga il consumo dello sciroppo ai retinoidi ideato dal professor Luigi Di Bella e, con esso, alcune preoccupazioni. Il farmaco fa parte da decenni dell’omonima multiterapia anticancro, basata anche su somatostatina, melatonina e minidosaggi di chemioterapico. Per le proprietà curative e preventive dei suoi componenti, sempre più confermate dalla medicina in varie patologie, la soluzione ai retinoidi viene prescritta da molti medici non dibelliani e venduta da un numero crescente di farmacie, anche al di fuori della cura del cancro:
Se ne vende a Sassuolo, a Nonantola, a San Felice e in tutta Italia. Da poco la Farmacia del Collegio di Modena reclamizza sulla sua vetrina la vendita dello sciroppo, preparato secondo lo schema di Di Bella dalla stessa farmacia che, come si evince dal suo sito Internet, si è attrezzata dei costosi macchinari per la preparazione del farmaco galenico. ll motivo della preoccupazione è legato alla presenza di alte dosi di acido trans retinoico, un derivato della vitamina A: in un litro di vitamina E ne sono sciolti 0,5 grammi, per un dosaggio giornaliero di circa 3 milligrammi. L’acido retinoico si deposita nei grassi, come la vitamina A, ed è tanto efficace nella lotta ai tumori che il foglietto illustrativo del farmaco commerciale Vesanoid promette la remissione totale di una forma di leucemia.
Però i farmaci commerciali, a differenza dei galenici, sono accompagnati da un foglietto ilustrativo, Quello del Vesanoid avverte che l'assunzione dell'acido trans retinoico ha una controindicazione assoluta per le donne in gravidanza e in quelle in età fertile, a causa della sua potentissima capacità teratogena, cioè quella di far generare figli malformati, tipica dei retinoidi e della vitamina A, come emerge dai ritrovamenti della sostanza su molti feti deformi. “L’impiego del farmaco” recita il foglietto in linea con quanto riportato unanimemente dalla letteratura “è quindi controindicato nelle gestanti e nelle pazienti che potrebbero iniziare una gravidanza nel corso della terapia ed entro un mese dalla sua sospensione”. 
Se durante la terapia insorge una gravidanza, «il rischio di malformazioni fetali è molto elevato ed è indipendénte dalla dose o dalla durata del trattamento». La terapia in pazienti «di sesso femminile in grado di procerare deve essere iniziata solo se vengono rispettate le seguenti condizioni» e cioè che la donna sia stata informata dal suo medico sui rischi di una gravidanza insorta nel corso della terapia e un mese dopo la sua sospensione e che si ain grado di attenersi alle indispensabili misure contraccettive. Secondo altri il periodo finestra è ancora più lungo e Di Bella talvolta sconsigliava l’uso del suo sciroppo fino a 18 mesi prima della gravidanza.
Medici e farmacisti hanno l’obbligo, certamente rispettato, di rendere consapevoli le donne del rischio connesso ai retinoidi, rischio di cui abbiamo già riferito. La teratogenicità della vitamina A, peraltro utilissima in generale, emerge anche dal fatto che un notissimo integratore maltivitaminico da banco, che ora sarà venduto nei supermercati, preveda, per le donne in attesa, un omologo dalla denominazione più amorevole e affettuosa.
Tanta premura non è legata solo al maggior dosaggio di acido folico, cioè la vitamina B9 raccomandata alle gestanti, come ci hanno spiegato lacunosamente alcuni farmacisti modenesi, ma anche alla presenza, al posto della vitamina A, del suo innocuo precursore beta-carotene che l’organismo trasforma invitamina A solo se, e quando, ne nota una pericolosa carenza.
Il farmaco ideato da Di Bella è rappresentato da un litro di vitamina E in cui sono sciolti mezzo grammo di acido retinoico, 2 grammi di betacarotene e mezzo grammo di axeroftolo palmitato, altro derivato della vitamina A, anch'esso teratogeno.