Dovevano amputargli la gamba destra e invece oggi gioca a pallone in una squadra di serie A, il Messina, sia pure nei pulcini. Ci dice di avere segnato 58 gol. E confida: «Ammiro il difensore Alessandro Parisi e ricordo bene il professor Luigi Di Bella». Che gli ha salvato la vita con l’omonima terapia non riconosciuta dalla comunità scientifica. E’ la storia di Filippo (un nome di fantasia, a tutela della privacy), 7 anni, nato alla fine del 1998.

I medici dei Policlinico di Catania avevano deciso, nei 1999 - aveva due mesi di vita - di amputargli la gamba e una parte dei bacino per salvarlo da un «fibrosarcoma congenito maligno».
La chemioterapia appena praticata su quel corpicino non aveva arrestato il cancro, che invece continuava a correre e di fronte alla triste prospettiva i genitori del piccolo si rifiutarono e lo affidarono all’anziano fisiologo che lo esaminò in un'aula del liceo di Messina, già frequentato da Di Bella da ragazzo e che nel 1999 tornò a visitare. C’eravamo occupati di questa storia il 1 settembre 2002, quando i genitori avevano portato per un controllo il piccolo da Di Bella, che s’era detto soddisfatto perle sue condizioni, che pure emergono in maniera plateale dalla cartella clinica redatta dai medici siciliani, in nostro possesso. Ecco cosa si legge in alcuni stralci di una lettera riservata del Policlinico catanese spedita il 9 marzo 1999 alla Cattedra di ChirurgIa Pediatrica di Padova per un parere urgente: «ll piccolo come da protocollo Rms 96, ha eseguito la chemioterapia VA per 4 settimane (4 dosi di vincristina e 2 di actinomicina-D) dal 4 al 25 febbraio. Quindi il 5 marzo una ecografia all'addome ha indicato che la lesione non è regredita di volume, ma piuttosto mostra un lievissimo aumento di dimensioni. Pertanto riteniamo che a questo punto vada valutata la operabilità della lesione». Da Padova il 16 marzo rispondono che «si tratta di un caso veramente difficile» e che «sarebbe necessaria un’emipelviectomla che ci sembra veramente troppo pesante». Si pensa pure a un’alternativa all’amputazione, e cioè a «un intervento di asportazione della massa che potrebbe comunque comportare degli esiti funzionalmente mutilanti: il tumore infatti sembra inglobare i vasi femorali e il nervo femorale e la lesione di quest’ultimo comporterebbe un'impotenza notevole del quadricipite». Ma, si legge ancora, «questa chirurgia ci sembra comunque che rappresenti la strada da percorrere inizialmente». Tuttavia i genitori non ci stanno e lo affidano alla cura Di Bella. Racconta la mamma: «Abbiamo conosciuto il dottor Giovanni Calogero che ha seguito il bambino dall’inizio assieme a Di Bella. Abbiamo fatto la cura a costo di sacrifici. Su mio figlio ha funzionato, spero che funzioni anche su altri». La cadenza del referti ecografici rilasciati dall’istituto Ortopedico del Mezzogiorno d’Italia «Scalabrino» di Messina sono eloquenti. Il tumore che era arrivato a 45 millimetri, il 1 dicembre 1999 è sceso a 35. Il 15 marzo 2000 è sceso a 29 mm. Il 22 maggio 2000 è a 24 mm, che diventano 22,7 mm il 9 ottobre 2000: 18 mm il 12 marzo 2001; 12 mm il 1 novembre 2001. Si legge nella cartella clinica redatta dal Policlinico di Messina l'8 febbraio 2002 che il bambino, affetto da «fibrosarcoma congenito maligno», «ha eseguito ciclo di chemioterapia senza risultato. Rivoltosi al prof Di Bella ha iniziato omonima terapia e a tutt’oggi la massa si è ridotta dai 4,5 cm originali al 12 mm odierni». Potevano essere ormai i segni di una cicatrice. Leggiamo infatti nel successivo referto del 2 dicembre 2002 che «la formazione ovoidale di 10 mm di diametro» «è compatibile con fibrosi cicatriziale. L’ultimo referto è del 4 settembre 2004. L’Azienda ospedaliera universitaria «Martino» di Messina scrive: «Alla nascita viene fatta diagnosi di fibrosarcoma alla coscia destra: ha eseguito ciclo chemioterapico per circa 2 mesi senza alcun beneficio. Per tale motivo i genitori dei piccolo hanno deciso di effettuare una terapia alternativa a base di melatonina, somatostatina (terapia Di Bella) con graduale regressione della massa tumorale». Conclustoni «Dimettiamo il piccolo in data odierna in buone condizioni generali e lo riaffidiamo alle cure del pediatra curante».