Dopo la somatostatina, la melatonina e i retinoidi, ora tocca alla vitamina D. Piano piano la comunità scientifica accredita, nella lotta ai tumori, tutti i farmaci costituenti la contestata Multiterapia Di Bella. Nel frattempo si moltiplicano le segnalazioni di pazienti beneficati dalla Mdb e sabato si terrà un convegno in città. Uno studio realizzato presso il Moores Cancer Center della University or California, San Diego Medical Center basato sulla revisione di varie decine di studi pubblicati dal 1996 al 2004, mostra che la vitamina D3 riduce addirittura del 50 per cento il rischio di cancro a colon, seno, ovaie. Lo studio, che ha suscitato un buon interesse tra i medici di tutto il mondo, anche se non è stato chiarito il meccanismo biologico che sarebbe responsabile dell’effetto protettivo della vitamina D3, sarà pubblicato nel numero di febbraio della rivista The American Journal of Public Health. La vitamina D3, di cui sono ricchi alimenti quali il fegato di pesce, latte e derivati come formaggi, carne, è importantissima per il nostro organismo non solo perché protegge dall’indebolimento delle ossa (viene infatti spesso somministrata alle donne in menopausa) ma anche per le sue funzioni sul sistema nervoso. La principale risorsa di vitamina D3 rimane tuttavia l’esposizione solare visto che questa vitamina è diversamente abbondante nelle persone a seconda dei luoghi in cui vivono e alcuni popoli più di altri possono esserne carenti per condizioni climatiche del paese di appartenenza. Già in passato alcuni studi avevano dimostrato che la vitamina D3, una volta trasformata nella forma attiva, il calcitriolo, ha effetto protettivo contro il tumore della mammella. Nel nuovo studio gli esperti diretti da Cedric Garland hanno rielaborata una vasta mole di dati rilevando che 25 microgrammi di vitamina D al giorno riducono il rischio di cancro al colon del 50 per cento, mentre riducono del 30 per cento il rischio di cancro al seno e alle ovaie. Le quantità di vitamina D secondo gli autori necessarie per generare effetti protettivi anticancro sono al di sotto della soglia limite consigliata per questa vitamina che, in eccesso, può essere pericolosa. Simili quantità di vitamina D3 nel corpo si possono tranquillamente raggiungere attraverso opportune scelte alimentari, hanno concluso gli esperti, e se necessario attraverso l’uso di integratori. Il professor Luigi Di Bella aveva inserito la vitamina D3 nella sua multiterapia anche se dopo alcuni mesi di sperimentazione della sua cura ci si era accorti che l’importante farmaco mancava nei protocolli mentre era presente il tamoxifene, sponsorizzato da Veronesi e che con la Mdb non aveva nulla a che fare. Fu per questo che il 6 maggio 1998 lo staff ministeriale guidato dai professori Benagiano e Veronesi corse in via Marianini a rettificare i protocolli dopo che il procuratore Raffaele Guariniello aveva verificato evidenti difformità tra protocolli e ricette firmate dal professore. Intanto l’Aian di Modena organizza una pubblica conferenza per sabato pomeriggio presso la Fondazione San Carlo nell’omonima via modenese. Tra gli altri, Adolfo Di Bella anticiperà alcune chicche della nuova biografia del padre, che sta ultimando.