(ANSA) - MILANO, 16 NOV - Torna all’attacco, Giuseppe Di Bella, con la multiterapia ideata dal padre, e chiede al Consiglio superiore di sanità di poter partecipare alla commissione di revisione della sperimentazione, decisa dal ministro Sirchia e avviata dall’attuale ministro Storace. Lo ha detto egli stesso questa mattina nel corso di una conferenza stampa indetta per presentare il convegno ‘Multiterapia Di Bella: evidenze scientifiche e conferme cliniche', che si svolgerà sabato 19 a Milano.
Di Bella ha, fra l’altro, attaccato la sperimentazione fatta nel 1997-98 sull’efficacia della terapia ideata dal padre, che ebbe esito negativo, affermando che ai pazienti fu somministrato anche acetone (tossico per il fegato) insieme a farmaci scaduti.
Pronta la reazione del professor Alberto Scanni dell’Associazione Italiana Oncologi Medici (Aiom), che all’epoca fece parte della Commissione oncologica nazionale sulla sperimentazione della terapia, oltre che essere il responsabile della parallela sperimentazione fatta in Lombardia. Rintracciato telefonicamente, l'oncologo milanese, primario dell’Ospedale Fatebenefratelli, ha affermato: «Sono illazioni denigratorie di una sperimentazione fatta in modo assolutamente serio secondo i protocolli fissati dal prof. Di Bella. Lo prova il fatto che i risultati lombardi furono esattamente sovrapponibili a quelli ottenuti a livello nazionale. Se poi, quando i risultati non fanno comodo si va a dire che i dati sono stati truccati...».
Giuseppe Di Bella ha affermato che il Consiglio Superiore di Sanità (CSS), che era stato già attivato dal ministro Sirchia sull’ipotesi di una revisione della sperimentazione del '97, «si è rifatto vivo non appena il ministero è passato nelle mani di Storace. Il ministro in persona mi ha ricevuto e mi ha promesso, alla presenza del professor Vincenzo Saraceni, capo della sua segreteria tecnica, che avrebbe dato mandato al CSS, di ripartire, nella revisione della sperimentazione, dall’esame delle basi scientifiche della Multiterapia Di Bella». Ma il figlio del professore non si accontenta di questa promessa: chiede anche la garanzia di poter partecipare alla commissione che stabilirà i criteri di verifica.
La commissione del CSS, a fine maggio, gli ha già richiesto della documentazione, fra cui una serie di indagini su pazienti che lui dice guariti dalla terapia. In risposta, Di Bella, dicendosi disposto a esibire le cartelle cliniche di quei pazienti, ha chiesto al Ministero di farsi carico «dell'onere finanziario e logistico-organizzativo necessario per completare una serie di indagini e aggiornamenti di pazienti che, essendo guariti, hanno già da tempo concluso l’iter diagnostico e terapeutico».
I risultati della sperimentazione in Lombardia, al primo giugno 1998 evidenziarono che su 333 pazienti valutabili per una risposta clinica obiettiva, vi furono un caso di risposta parziale alla terapia (0,3%), 4 casi di risposte minori (1,2%); in 111 casi (33,3%) non si verificò alcun cambiamento, in 168 casi (50,4%) il tumore progredì nella stessa sede, in 49 casi (14,7%) il tumore progredì in altra sede. In 246 pazienti si venficarono effetti tossici di vario grado. Si ebbero nausea e vomito (35%), diarrea (22%), tossicità epatica (9%), tossicità neurologica (11%), tossicità metabolica (6%), tossicità ematologica (3%). In 25 pazienti fu necessario sospendere il trattamento. (ANSA).