Milano, 16 nov. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - «Vogliamo partecipare con un nostro team alla revisione della sperimentazione sulla cura Di Bella» contro il cancro. La revisione allo studio presso il Consiglio superiore di sanità (Css) «non dovrà essere una riedizione dei test del 1997, che la comunità scientifica internazionale giudicò 'non etici' e che un’inchiesta condotta nel 2000 dal magistrato tonnese Raffaele Guanniello dimostrò viziati da 'errori dolosi'». È l’appello lanciato al ministro della Salute, Francesco Storace, da Giuseppe Di Bella, figlio del fisiologo modenese inventore del cocktail antitumorale bocciato in Italia da una commissione incaricata dall’allora ministro della Sanità, Rosy Bindi.
La richiesta degli eredi di Luigi Di Bella è stata illustrata ai giornalisti oggi a Milano, alla vigilia del II Convegno nazionale della Società italiana di bioterapia oncologica razionale - Metodo Di Bella (Sibor-Mdb) in programma il 19 novembre al Palazzo delle Stelline del capoluogo lombardo.
«Gli attuali membri del Css - ha spiegato Di Bella - sono gli stessi che nel dicembre '97 definirono priva di basi scientifiche la multiterapia messa a punto da mio padre».
E proprio per evitare i problemi del passato «abbiamo chiesto di concordare insieme a loro i criteri di verifica della sperimentazione. Su questo punto non abbiamo ancora avuto una risposta. Ma Storace mi ha ricevuto e alla presenza del capo della Segreteria tecnica del ministero, Vincenzo Saraceni, che interverrà a nome del ministro al congresso di sabato, mi ha promesso che darà mandato al Css di avviare la revisione iniziando dalle basi scientifiche della terapia Di Bella, passaggio cruciale che deve precedere l’analisi delle cartelle cliniche».

Giuseppe Di Bella ha invitato inoltre il ministero a «farsi carico degli oneri finanziari e logistico-organizzativi delle indagini di completamento chieste dal Css su pazienti ormai guariti». Ha poi ricordato che «l’efficacia di ogni singolo componente del cocktail anticancro, tra cui somatostatina, melatonina, retinoidi e vitamine, è dimostrata nella letteratura internazionale da oltre 50 mila voci bibliografiche. Ed è anche provato - ha aggiunto - che i vari ‘ingredienti' messi insieme si potenziano a vicenda». Ad oggi «la terapia di Bella è in corso su circa 15 mila pazienti trattati da un centinaio di medici della penisola, concentrati per lo più in Lombardia, Lazio (dove una delibera regionale firmata dall’ex presidente Storace ha disposto il rimborso della cura), Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia». E «molti di coloro che un tempo chiamavano 'sciamano' mio padre, ora pubblicano studi o organizzano interi convegni sui benefici della somatostatina».
Passando ai dati, «solo per fare qualche esempio - ha riferito Di Bella - il cocktail è efficace e non tossico nell’80% dei malati della forma più grave di Linfoma non Hodgkin, arriva a triplicare (+200-300%) rispetto alla chemioterapia classica l’aspettativa di vita di pazienti con cancro al polmone in fase avanzata e moltiplica quella dei malati con cancro del pancreas (36% dopo 20 mesi contro 4-7% dopo sei mesi di chemio). C’è chi dice che siamo a un passo dal guarire il cancro - ha sottolineato il medico - ma uno studio pubblicato sul 'Bmj' dimostra che, su 750 mila pazienti curati con la chemioterapia, solo il 29% è vivo dopo cinque anni.
Alcuni di questi numeri sono già in possesso del ministero e altri lo saranno a breve». Di Bella ha ribadito gli errori dei test del '97: «Le cause di invalidazione sono 12, ma basti pensare che a 1.048 malati vennero dati farmaci scaduti e acetone cancerogeno».
Problemi che spinsero anche l'ex ministro Girolamo Sirchia a decidere la revisione confermata da Storace.