È in atto una seconda istruttoria sulla "terapia Di Bella", la cura contro il cancro che venne bocciata da una prima sperimentazione ufficiale quand'era ministro Rosy Bindi, ma che ha alimentato ed alimenta ancora le speranze di tanti malati oncologici. Ma il ministro della salute Girolamo Sirchia è stato chiaro: di rendere gratuita la cura per adesso non se ne parla. "Fino a quando non sarà terminata e non ne saranno conosciuti i risultati, essa non potrà essere somministrata dal servizio sanitario nazionale". Lo ha detto ieri il ministro, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso di una conferenza stampa dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) per la presentazione del volumetto "La voce dei pazienti". A suo tempo - ha ricordato il ministro - l'istruttoria sulla terapia Di Bella aveva dato risultati negativi. Ma fu obiettato che quei risultati erano stati influenzati dalla sfiducia degli stessi medici preposti allo studio, così era stata richiesta una seconda istruttoria. <<Questa è stata avviata presso una commissione dell'Istituto Superiore di Sanità - ha detto Sirchia - ed è tutt'ora in corso. Ma fintanto che non si sia dimostrato che ci sono stati vizi di analisi nella prima istruttoria, nessuno è autorizzato a utilizzare la terapia Di Bella, tanto meno le Regioni e con i soldi del Servizio sanitario nazionale>>. Da ricordare, comunque, che negli ultimi anni la multiterapia Di Bella si è presa... qualche rivincita, nonostante la bocciatura della sperimentazione. Di alcune delle sostanze che la compongono, infatti, sono state rivalutate le qualità nella lotta ai tumori. Quelle qualità che anni fa la medicina ufficiale non volle riconoscere.