La terapia antitumorale Di Bella sia a carico del Servizio sanitario nazionale. Lo chiede il senatore Michele Bonatesta, presidente della federazione provinciale di AN, in una lettera inviata al ministro della Salute, Girolamo Sirchia. Nella missiva il parlamentare viterbese chiede "l'erogazione della somatostatina in fascia A, su prescrizione del medico di famiglia convenzionato, per tutte le patologie neoplastiche, in considerazione di ragioni di ordine scientifico, etico e sociale".

Bonatesta sostiene che "la letteratura medico-scientifica mondiale ha ampiamente ed esaurientemente confermato con ben 22.939 pubblicazioni, recensite nella maggior banca dati mondiale Med-Line-PubMed (National Library of Medicine) http://www.ncbi.nlm.nih.gov, la razionalità e l'efficacia dell'impiego della somatostatina nella cura dei tumori, in assenza di tossicità, a differenza degli usuali cicli chemioterapici. Tra queste pubblicazioni -evidenzia l'esponente di AN- quella del 1998 del premio Nobel Schally, che conferma la validità medico-scientifica della terapia messa a punto dal prof. Di Bella".

Il senatore giudica "immorale il rifiuto dell'erogazione della somatostatina ai pazienti neoplastici che scelgono questo trattamento", denunciando che ad essi "viene imposta, di fatto, una scelta terapeutica coercitiva che calpesta l'articolo 34 della Costituzione, il quale sancisce la libertà di scelta terapeutica". E accusa: "Nel 1998 il rifiuto del ministero della Sanità di erogare la somatostatina, malgrado evidenze scientifiche già allora documentabili, ha aperto un grave contenzioso con i cittadini, che le istituzioni sanitarie (leggi ex ministro Bindi) s'illusero di risolvere con una sperimentazione-farsa dall'esito preconfezionato". A riprova delle sue affermazioni, il parlamentare viterbese cita alcuni dei "fattori invalidanti" di quella sperimentazione: "Inquinamento con una sostanza altamente cancerogena come l'acetone di tutti i composti di retinoidi fino a un massimo di 850 mg/litro; somministrazione di farmaci scaduti a 1048 pazienti".

"In considerazione delle evidenze scientifiche ormai inconfutabili, del diritto alla libertà di cura sancito dalla Costituzione e della reale e tristemente nota tossicità e inefficacia della chemio, -conclude la sua lettera Bonatesta- chiediamo al ministero di non frapporre ulteriori, pretestuosi, entietici e antiscientifici ostacoli all'erogazione della somatostatina in fascia A. Un rinnovato, immotivato ed ostinato rifiuto scientificamente, moralmente e socialmente inaccettabile, aggraverebbe la sfiducia e il contenzioso già in atto tra istituzioni sanitarie e cittadini, acuendo, per l'assenza di motivazioni di ordine scientifico, il sospetto di ragioni inconfessabili".