La Multiterapia Di Bella (Mdb) per la cura dei tumori è stata per molti versi associata alla somatostatina, per un eccesso di sintesi giornalistica. 
In realtà la Mdb, peraltro non riconosciuta ufficialmente dalla comunità scientifica, ma sempre più diffusa tra medici e pazienti, è costituita da altri farmaci e sostanze di interesse scientifico crescente. Tra questi, l'acido all trans retinoico, o tretinoina, derivato della vitamina A e componente essenziale della Mdb, vanta molte pubblicazioni scientifiche. L'acido retinoico come sostanza anticancro è da anni in farmacia nella specialità Vesanoid ed è indicato, secondo il foglietto illustrativo che lo accompagna, solo nella cura della leucemia promielocitica acuta. In questa patologia, l'efficacia del farmaco è altissima, tanto che la Cuf lo ha approvato come farmaco capace d'indurre la remissione della leucemia acuta promielocitica. Il suo impiego, recita il bugiardino, è indicato in pazienti non pretrattati, in pazienti in recidiva dopo chemioterapia tradizionale e in pazienti che non rispondono alla chemioterapia; l'impiego della tretinoina in associazione alla chemioterapia aumenta le possibilità della sopravvivenza e riduce il rischio di recidive rispetto alla chemioterapia da sola. 

A differenza delle indicazioni della comunità scientifica, il professor Luigi Di Bella faceva un uso ampio dell'acido retinoico, peraltro diluito in una soluzione a base di vitamina E e beta carotene, e lo prescriveva, in associazione a melatonina, somatostatina, bromoscriptina, vitamina C e D3, per tutte le forme tumorali. "Se io uso l'acido retinoico, perché ritengo sia utile in quelle condizioni, non lo devo sottoporre a una commissione: me lo ha detto la scienza che è utile, non un partito politico. Ho prescritto e continuerò a prescrivere certi farmaci perché un medico onesto lo deve fare se vuole ottenere buoni risultati. La medicina come scienza supera ogni cosa". Così si espresse Di Bella nel 1997 in un convegno medico, poco prima che scoppiasse l'omonimo caso. Il fisiologo, che pochi mesi dopo sarebbe stato pure "scomunicato" dall'Ordine dei medici di Modena per avere prescritto anche la somatostatina oltre i confini del foglietto illustrativo che la relegano alla cura di alcuni tumori di origine endocrina (sono l'1% dei tumori), non ha mai capito perché all'acido retinoico fosse riservato quell'ambito angusto della pratica medica. Ma non fece seguire da opportune pubblicazioni su riviste accreditate le proprie intuizioni. 

Negli ultimi tempi è cresciuta la consapevolezza scientifica dell'ampia efficacia della sostanza. E' in corso di pubblicazione su "Cancer Research" uno studio multidisciplinare coordinato da Riccardo Dolcetti, un ricercatore del Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone), secondo cui la sostanza si è mostrata efficace contro alcuni linfomi non-Hodgkin resistenti alle terapie convenzionali, in particolare il linfoma mantellare. 

Questo studio, che avvalora le tesi dibelliane, è suffragato da precedenti, prestigiose convinzioni. Quale quella del professor Umberto Veronesi che già nel 1998 ha sottolineato l'importanza dell'acido retinoico come "arma importante per la cura del tumore al seno di cui disporremo tra qualche anno". Peraltro, un gruppo di ricercatori del Policlinico S. Matteo di Pavia ha pubblicato uno studio eloquente secondo cui "benché la somministrazione di acido all-trans retinoico abbia ottenuto risultati più promettenti nel trattamento delle malattie ematologiche, che rappresentano il principale campo di indagine, nuove interessanti prospettive sul suo effetto differenziativo si sono aperte anche nello studio di altre patologie, quali il neuroblastoma, il teratocarcinoma, il rabdomiosarcoma e il melanoma".