PREMESSA

Per comprendere il significato della lettera del Presidente Storace al Ministro Sirchia è indispensabile conoscere i provvedimenti AIC del 26 luglio, con cui il Ministero della Salute ha disposto che le case farmaceutiche italiane produttrici della somatostatina, elemento insostituibile e basilare del Metodo Di Bella, non possano più fornirlo alle farmacie ma unicamente agli ospedali.
Risulta evidente l'impossibilità delle migliaia di pazienti in trattamento col MDB a proseguire la cura per mancanza di un componente essenziale. Essendo ben nota l'ostilità, il preconcetto di un numero ancora elevato, anche se decrescente, di oncologi ospedalieri nei confronti del MDB è ovvio che la terapia molto difficilmente potrebbe essere praticata in ospedale.

LETTERA A SIRCHIA, NO A SOLO UTILIZZO IN OSPEDALE E CASE DI CURA.

(ANSA) - ROMA, 7 SET - Conservare "l'attuale regime di fornitura per la somatostatina", farmaco ampiamente utilizzato nella terapia Di Bella, e scongiurare il solo "utilizzo in esclusivo in ambiente ospedaliero e in case di cura". E' quanto chiede il presidente della Regione Lazio Francesco Storace al Ministro Sirchia in una lettera.
"Sono stato informato che il Tuo Ministero si appresta a valutare il regime di fornitura del farmaco somatostatina - scrive Storace - il farmaco, attualmente soggetto a prescrizione medica, viene utilizzato largamente dai malati che seguono la terapia Di Bella. Da più parti mi sono giunte sollecitazioni affinché si conservi l'attuale regime di fornitura e non si passi ad un utilizzo esclusivo in ambiente ospedaliero e in case di cura".
"Come ricorderai, il garantire la libertà di cura ai malati è stato uno dei cardini del nostro programma elettorale che ci ha portato al Governo del Paese e della Regione Lazio - continua Storace nella lettera -. Non a caso dunque, per garantire la libertà di scelta del paziente tra i vari trattamenti, anche sperimentali, abbiamo ritenuto di dover sostenere economicamente le famiglie con componenti afflitti da patologie tumorali che hanno scelto il metodo del professor Di Bella, straordinario protagonista della ricerca, combattuto da larga parte delle istituzioni, ma amato dal popolo".
"La decisione della Regione Lazio di sposare a suo tempo questa opportunità sottende anche lo sforzo di una nuova politica di ascolto delle istanze dei cittadini, politica che è sempre stata negli obiettivi della Casa delle Libertà e che in questo caso fornisce una concreta risposta istituzionale ad una forte domanda sociale, che sale da persone, da ammalati, che chiedono solo di sperare". 
"Conservo ad una ad una le centinaia di lettere, e-mail e messaggi di incoraggiamento di pazienti che si sono visti offrire questa ulteriore possibilita' di cura. Perché deluderli ora con una stretta sulle forniture che finirebbe immancabilmente col circoscrivere e ostacolare le attese?", conclude Storace nella lettera.