E' mancato all’età di 91 anni il primo luglio 2003. Prima di morire in una corsia dell’ospedale Estense di Modena ha espresso gratitudine verso coloro che l’hanno attaccato costringendolo a dare il massimo per perfezionare il “metodo”. Il professor Luigi Di Bella, nativo di Linguaglossa un paesino della provincia catanese, laureato in Medicina, Farmaria e Chimica, si appassiona alla Fisiologia e la insegna negli Atenei di Bari, Parma e Modena. L’idea di un legame tra le cellule neoplastiche e i ritmi biologici ormonali arriva durante la traduzione di un trattato di neuroendocrinologia sull’ipofìsi, la ghiandola del cervello che produce tra gli altri la somatostatina. Sono qli anni '40-'50. Il professore lavora sulla vitamina A e sul betacarotene, i retinoidi. Maneggia il possipione, un inibitore ipofisario. Negli anni ‘6o studia la melatonina che, si è scoperto, fa aumentare le piastrine nel sangue. 
Nel 1979 la rivista Progress in Brain Research pubblica il suo Metodo. Ad Atene nel 1981, sulla somatostatina, Luigi Di Bella presenta una casistica di mille pazienti oncologici trattati. I malati che si rivolgono a lui aumentano. Il suo cocktail però è costoso, non è riconosciuto dal Ministero della Sanità. Dal '97 diventa un caso nazionale. Pretori la impongono come cura, cominciano le polemiche, gli scontri, i dibattiti e le piazze. Ai primi di marzo 1998 parte la sperimentazione su undici protocolli identificati dalla Commissione oncologica. Dopo 16 mesi di “misurazioni”, l’Istituto Superiore di Sanità sentenzia: la Multiterapia non funziona. Ora una risoluzione parlamentare vorrebbe invalidare la sperimentazione.