Chimicamente somiglia alla somatostatina. Octreotide potrebbe essere una delle terapie oncologiche di scelta del prossimo futuro. Il suo meccanismo d’azione è parte integrante del "Razionale" Di Bella. Da sei mesi l’équipe coordinata da Stefano lacobelli, direttore della clinica oncologica dell’Università "G. D’Annunzio" di Chieti, ha iniziato la sperimentazione su 320 pazienti affetti da carcinoma polmonare a piccole cellule già trattati in prima linea con chemioterapia. Lo studio, approvato dal comitato etico nazionale, proseguirà ancora per dodici mesi. Dopo i risultati.
L’obiettivo lo spiega il professor Iacobelli che ne parlerà al congresso di Bologna: «Misurare in quanto tempo riprende la malattia, in quanti pazienti, la sopravvivenza e la loro qualità di vita. Per ora osserviamo una buona tollerabilità nel gruppo di malati che assume octreotide rispetto al gruppo di pazienti che non lo riceve».
Il farmaco, somministrato ogni ventotto giorni per via sottocutanea, è un analogo della somatostatina che, nella Multiterapia Di Bella, era usata in maniera indiscriminata per tutti i tumori e in fase molto avanzata. Ora le tecniche di oncogenomica e di oncoproteomica permettono di individuare i recettori presenti sulle cellule tumorali sulla somatostatina e i suoi analoghi e procedere all’attuazione di una terapia oncologica targhettizzata. «Per selezionare i pazienti candidati all’octreotide - sottolinea il professor Iacobelli - abbiamo utilizzato “OctreoScan”, una scintigrafìa con octreotide radiomarcato che riesce ad individuare la presenza di recettori 2 e 5 specifici per la somatostatina, e un test predittivo rapido che speriamo a breve potrà essere diffuso sul territorio nazionale, "Smart-Chip" capace di identificare in due ore le proteine espresse dal tumore che viene così bersagliato da un farmaco mirato».