Di sentieri dati all’ortica e ripercorsi con successo è carica la storia della medicina. Tornano i dibelliani, nella speranza di essere “riscoperti” e, assicurando di avere nuovi dati, ci riprovano.
Così la Società Italiana di Bioterapia Oncologica Razionale - Di Bella organizza il suo primo convegno nazionale a Bologna, l’8 e il 9 maggio prossimo. Tema centrale, le strategie terapeutiche non utilizzate ancora in oncologia. «C’è necessità di alternative, la chemio è sviscerata, sarà difficile insistere oltre», dice Mauro Madarena dell’ospedale “Forlanini” di Roma che al convegno porterà una casistica di pazienti con mesotelioma pleurico trattato con Multiterapia Di Bella. L’intento dei lavori durante i quali sarà presentato un trattato sul metodo Di Bella da parte del figlio Giuseppe, è quello di aprire un confronto e un dibattito costruttivo per una verifica basata sull’evidenza del potenziale innovativo della multiterapia e sulla opportunità di associare chemio, potenti antitumorali quali somatostatina e melatonina, radioterapia stereotassica, radiofrequenza e altro ancora per disegnare sul singolo paziente e sul singolo tumore terapie mirate e intelligenti. «I concetti del metodo dibelliano altro non sono che la sintesi delle strategie biologiche battute negli ultimi anni dalla ricerca oncologica», fa notare il professor Maurizio Pianezza dell’università di Genova che aggiunge: «L’immunobiologia applicata ai tumori è fatta di fattori di crescita, recettori, angiogenesi>». Secondo il professor Roberto Orecchia dell’Istituto Oncologico Europeo, bloccare questi processi, distruggendo o cronicizzando il tumore, e risparmiare il paziente è la sola speranza futura.