Gradirei segnalare alcuni fatti «belli e brutti» inerenti alla conferenza dei dottor Giuseppe Di Bella tenutasi il 12 febbraio all'ltis sul «Metodo Di Bella» ed organizzata dalla nostra associazione NuovaMente, davanti ad un'aula magna gremita di pubblico e con la partecipazione di diversi componenti della politica locale.
Il professor Luigi Di Bella, che nella sua vita non si è mai fatto pagare una visita, se fosse vissuto all'epoca della controriforma sarebbe finito in catene o arso al rogo come eretico al pari di Giordano Bruno o se si fosse trovato nella Russia di Krusciov probabilmente sarebbe stato dichiarato «malato mentale», isolato dalla società, come è stato per tanti dissidenti come Soizenicyn e Sakarov. Oggi invece, della scoperta o dell'illusione del suo metodo, possiamo e dobbiamo parlarne, ma soprattutto sono i medici che dovrebbero esprimere il loro parere, poiché il silenzio non serve a nulla, soprattutto quando la tematica è di primaria importanza. Purtroppo in quella serata mancava totalmente la classe medica, che così facendo non ha certo reso un servizio di ulteriore informazione al pubblico stesso, visto che al termine della conferenza c'è stato un dibattito aperto a tutti ed in quell'occasione ogni medico, ogni oncologo avrebbe potuto fornire la sua esperienza in merito, anche contestando lo stesso procedimento.
Lodevole l'impegno preso dall'onorevole Delmastro di verificare ed intervenire in Parlamento a proposito della sperimentazione (che, a quanto pare, fu avviata e condotta in maniera niente affatto scientifica), anche se nella sua maggioranza ci sono certamente persone saldamente schierate dalla parte della Farmindustria e del baronato sanitario. Encomiabile inoltre sia la mozione presentata due giorni dopo dai consiglieri provinciali Fussotto e Simonetti al presidente della Provincia Scanzio (tutti e tre presenti nell'aula magna con altre personalità politiche), per la mutualità dello stesso «Metodo Di Bella», che la consegna delle migliaia di firme raccolte dalla Life per lo stesso scopo e consegnate nelle mani del dottor Di Bella.
Se invece di minacciare Di Bella si fosse a suo tempo sperimentato il suo metodo antitumorale seriamente e senza barare, oggi la ricerca sul cancro sarebbe più ricca o se vogliamo dar credito alle ipotesi contrarie di Di Bella non se ne parlerebbe più. Perfino a Biella ci sono, mi è stato riferito, medici che stanno somministrando le stesse medicine dei «Metodo Di Bella»: si farebbero pagare profumatamente la visita e le medicine come la somatostatina, che è reperibile in farmacia tranquillamente a 16,50 euro.