DI BELLA - Il giudice dispone che due pazienti abbiano la cura gratis.

Cura Di Bella gratis per due pazienti di Jesi, uno affetto da un tumore ai polmoni, l’altra colpita da una malattia molto rara che porta all’eliminazione delle piastrine. La spesa per l’acquisto dei medicinali previsti dal trattamento terapeutico ideato dal medico modenese, per entrambi sarà a carico dell’Azienda sanitaria locale di Jesi. È questo la decisione presa dal giudice del lavoro Andrea De Sabbata e che si può definire analoga per due ricorsi presentati parallelamente da due jesini: un ex operaio 60enne oggi in pensione e malato terminale, da una ex infermiera di 52 anni. Entrambi avevano chiesto un provvedimento d’urgenza da parte del giudice e lo hanno ottenuto con la decisione divenuta esecutiva.
Nella loro drammaticità si assomigliano. Il 60enne è affetto da una grave neoplasia ai polmoni. I medici oncologi hanno stabilito che la malattia non è più curabile e i trattamenti terapeutici hanno valore palliativo. Ecco allora che l’uomo ha deciso di curarsi con un trattamento terapeutico a base di sostanze farmaceutiche secondo la prescrizione del prof. Luigi Di Bella. Il suo legale ha fatto presente al giudice che il suo assistito può contare su un reddito del tutto insufficiente per far fronte alla spesa necessaria per il metodo Di Bella, circa 3.000 euro al mese.
La sindrome di cui è affetta la signora si chiama piastrinopenia e porta all’eliminazione delle piastrine causando emorragie interne, ecchimosi, trombosi arteriose, venose ed abortività. Le terapie che normalmente vengono prescritte in questi casi, sono risultate inefficienti nel suo caso. Così dopo essersi sottoposta a tre cicli di chemioterapia e all’asportazione della milza, si è rivolta al dottor Mauro Todisco di Grottammare che le ha somministrato la terapia medica soprannominata "multitrattamento Di Bella". Solo in seguito a questa cura, la paziente jesina ha riscontrato dei benefici. Il costo da sostenere per al terapia è però elevato: circa 400 euro al mese, così ha deciso di ricorrere al giudice che le ha dato ragione.